Cgil: la formazione dei delegati deve partire da questioni concrete!
Come giovane delegato iscritto alla Filcam-Cgil, mi sono ritrovato ad essere un punto di riferimento per tutti quei lavoratori che avevano bisogno di chiarimenti sul contratto, la busta paga, i permessi ecc.
Queste pressanti richieste mi hanno fatto riflettere su quelle che sono le necessità quotidiane dei lavoratori e come deve essere sviluppato il lavoro del delegato. L’ostacolo principale è che, essendo giovani e alla prima esperienza sindacale, non abbiamo i mezzi per intraprendere un percorso serio che aiuti i lavoratori. Il mio bisogno di avere una formazione nel campo sindacale ha spinto me e altri giovani delegati a partecipare alla scuola della Cgil.
Le aspettative erano grandi ma l’entusiasmo è andato scemando non appena letto la frase di presentazione del corso: "Quello che non ti accadrà è un corso di formazione per acquisire qualche abilità da applicare direttamente nel lavoro del delegato". Non ci sono errori di trascrizione, quello era lo scopo e l’obiettivo che la Cgil aveva dato a quei due giorni di formazione.
La prima lezione è stata sulla scienza della comunicazione. Frasi astratte di un contesto reale dalle quali dovevamo sviluppare la discussione e dare la nostra opinione. Il dialogo era guidato dal relatore e verteva su un tema principale: la democrazia.
Alla fine della giornata le conclusioni che ho tratto sono state che la discussione, sebbene "intellettualmente stimolante" non mi aveva fornito quegli strumenti utili per affrontare e risolvere i problemi pratici che si sarebbero presentati in fabbrica.
La mia delusione è aumentata il giorno seguente quando presentando la storia della Cgil, il relatore si è "dimenticato" di parlare delle grandi lotte che in 100 anni avevano visto il sindacato come protagonista, degli insegnamenti che si possono trarre, dalle vittorie come dalle sconfitte, degli errori che sono stati fatti.
Un’analisi storica di questo genere ci avrebbe permesso di capire in che direzione muoverci, quali scelte fare e quali errori evitare. La superficialità con cui questo tema fondamentale è stato affrontato, invece, secondo me aveva lo scopo di negarci la possibilità di un analisi in modo che fosse più difficile per noi capire ed eventualmente criticare la politica e gli obiettivi odierni che porta avanti il sindacato.
Alla mia domanda se la rivendicazione salariale rientrasse negli obiettivi del sindacato mi è stato risposto che ciò non ha più la stessa importanza che aveva in passato. Penso, invece, che insieme alle altre rivendicazioni sindacali, quella salariale sia tra le più importanti, perché nessuno può negare che la qualità della vita sia in funzione soprattutto del salario.
La delusione che nasceva dalla frase citata all’inizio della lettera, purtroppo ha trovato la triste conferma nei due giorni di corso frequentati. Personalmente non mi è servito a molto e adesso che ci accingiamo, a rinnovare il contratto nazionale del commercio. Penso che gli errori fatti a quel corso non sono una casualità, ma derivano da un incapacità di saper ascoltare i lavoratori. Dico questo perché le nostre richieste non sono quelle presenti nella piattaforma e la causa è la mancata partecipazione dei lavoratori nelle decisioni sindacali, il che entra in contraddizione con quelle che ci è stato spiegato il primo giorno di corso sulla democrazia.
Per finire, vorrei notare che le ore di permesso sindacale sono una conquista importante dei lavoratori, e impiegare 1 h. in questo modo può solo screditare il sindacato in primo luogo fra i giovani.