Calderara di Reno (Bologna) – Venerdì 25 ottobre in Motori Minarelli abbiamo chiuso con un accordo la procedura di licenziamento collettivo che l’azienda ha aperto unilateralmente il primo luglio per 56 dipendenti operai. è la terza mobilità che abbiamo trattato dal 2010 ad ora.
Con l’accordo l’azienda ha ritirato i 56 licenziamenti e i 20 lavoratori che hanno scelto volontariamente di lasciare l’azienda lo fanno a seguito di un incentivo netto di 30mila euro. Tra questi ce ne sono 8 che riescono a raggiungere la pensione dirottandovi direttamente dalla mobilità o dopo alcuni mesi, con versamento di contributi volontari che vengono indennizzati dall’azienda. Altri venti lavoratori hanno “volontariamente” scelto di trasformare il proprio contratto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale verticale, con incentivo di 20mila euro netti o orizzontale con incentivo di 12mila euro netti.
Per arrivare a questo risultato abbiamo portato avanti una lotta che ha messo in atto iniziative di vario genere: scioperi articolati con assemblee e presìdi, cortei e volantinaggi, sia per colpire la produzione che per darci visibilità all’esterno. Un metodo che ci siamo dati per informare i lavoratori dell’esito dei vari incontri con l’azienda e per decidere le ulteriori forme di lotta è stata l’assemblea con sciopero il giorno successivo ad ogni incontro: assemblea unica di tutti e due gli stabilimenti in cui è divisa la produzione.
Abbiamo creato un fondo di lotta con l’autofinanziamento, usato sia per poter comperare i materiali che sono stati necessari per preparare striscioni e manifesti, sia per finanziare almeno in parte i pullman messi a disposizione dalla nostra organizzazione sindacale per partecipare ai presidi sotto Unindustria durante le trattative.
Abbiamo fatto un corteo con i lavoratori in abiti aziendali all’interno del mercato di Calderara di Reno. Si sono anche attivate alcune lavoratrici con delle cassette per la raccolta del fondo di lotta e in poche decine di minuti abbiamo raccolto una ottantina di euro. Durante questa iniziativa abbiamo avuto modo di incontrare il sindaco di Calderara che ci ha dichiarato il proprio sostegno.
Abbiamo anche organizzato scioperi articolati a sorpresa di 15 minuti e gestiti in maniera diversa a seconda dei reparti. Un primo tentativo l’abbiamo fatto proclamandoli in base al numero pari o dispari del badge. Questa articolazione non è risultata efficace nello stabilimento delle lavorazioni per cui abbiamo aggiustato il tiro e modificato la modalità degli scioperi. Questo è stato possibile studiando bene a tavolino la produzione e soprattutto tenendo in considerazione i suggerimenti dei lavoratori dei vari reparti.
Durante questa lotta c’è stata una amalgama tra i delegati e i lavoratori, si è consolidato un forte rapporto di fiducia che, sicuramente, segnerà un passo nuovo per le prossime vertenze che dovremo affrontare, quali il rinnovo della Rsu (scaduta da quasi sei mesi), il contratto interno (scaduto da quasi due anni), l’organizzazione del lavoro, il controllo sulle lavorazioni interne.
Una cosa sicuramente positiva che si è evidenziata da questa vertenza è che sono emerse tra i lavoratori alcune figure avanzate che possono essere di aiuto nell’attività sindacale e nelle lotte. C’è stata una crescita di coscienza dei lavoratori che servirà per contrastare le prossime prese di posizioni dell’azienda.
Non si può parlare di una vittoria ma sicuramente ci siamo difesi bene e come lavoratori abbiamo saputo mettere in pratica tutte le iniziative necessarie a contrastare le posizioni dell’azienda: dal blocco della produzione al coinvolgimento della popolazione locale e delle istituzioni locali.