Wojtyla, madre Teresa e la sovrapproduzione di santi
Dal nostro corrispondente di affari religiosi
Dal nostro corrispondente di affari religiosi
Alla guerra di religione opponiamo l’unità di tutti gli sfruttati!
In queste settimane la questione delle vignette su Maometto ha monopolizzato il dibattito politico. Molti nostri lettori conosceranno i fatti: un giornale di destra danese ha pubblicato lo scorso settembre alcune vignette piuttosto offensive riguardanti Maometto, tra cui una che lo raffigurava come un terrorista con un candelotto di dinamite raccolto nel turbante.
Da Pera a Forza Nuova
Il manifesto politico “In difesa dell’Occidente”, presentato da Marcello Pera, traccia la piattaforma politica e allo stesso tempo l’adesione più convinta, del presidente del senato e di tanti altri, Berlusconi compreso, smaccatamente ispirati dai deliri razziali di Oriana Fallaci, alla campagna oscurantista e reazionaria che da diversi settori della classe dominante viene portata avanti, con attacchi frontali al diritto delle donne all’aborto e alla propria autodeterminazione, attacchi ai diritti degli immigrati e strali sempre più pesanti a tutto ciò che culturalmente si pone fuori dai confini nazionali oppure al di sotto della “superiorità civile e culturale dell’Occidente”.
La destra sull’orlo di una crisi di nervi
La crisi della Casa delle libertà (Cdl) si approfondisce sempre di più. Particolarmente dopo le elezioni regionali il clima è di rissa permanente. Ogni partito ed ogni corrente al suo interno, è pronto ad accoltellare alla schiena quello che fino a poco tempo prima era un fedele alleato.
Primarie, legge elettorale, il caso Fazio: ogni sintesi unitaria che viene raggiunta la sera è fonte di divisioni ancora maggiori la mattina dopo.
Italiani, immigrati, operai uniti nella lotta!
È in atto nel nostro paese un chiaro tentativo di rilancio di una destra aggressiva, razzista, neofascista. Ricordiamo due episodi recenti: la serie di aggressioni a Roma culminate con l’assalto al centro sociale Forte Prenestino (si veda l’articolo ); la caccia all’immigrato scatenata da squadristi neofascisti a Varese dopo che un albanese aveva accoltellato a morte un barista legato al gruppo fascista dei “Blood and Honour”; sono però solo gli ultimi episodi di una lunga serie di violenze e provocazioni che a quanto pare non si fermano: il 10 luglio l’associazione dei “Reduci della Repubblica Sociale Italiana” intende manifestare a Schio (Vicenza) per ricordare le “vittime delle stragi partigiane”. Siamo persino testimoni di un tentativo - sia pure con tratti farseschi - di riproporre all’interno dell’apparato statale una versione della Gladio adattata a questi tempi di “lotta al terrorismo”.
Mentre Ratzinger è il nuovo papa
Il conclave riunito in Vaticano ha da poco eletto un nuovo papa, il cardinale Joseph Ratzinger. Dopo la morte di Karol Wojtyla siamo stati sottoposti a un bombardamento mediatico impressionante sulla sua figura, tanto che sembra sia impossibile formulare qualsiasi giudizio critico. Anche a sinistra le valutazioni positive si sprecano, emblematica la prima pagina di Liberazione del 3 aprile, “Amava la pace, riposa in pace”.
Negli ultimi mesi, diverse organizzazioni di destra (più o meno camuffate) stanno portando avanti una campagna contro Darwin e l’evoluzionismo. In alcune università (Milano, Roma, …) hanno organizzato conferenze, volantinaggi e presentazioni di libri, invitando professori di “indubbio prestigio”, per cercare di dimostrare come il darwinismo non abbia fondamenti, sia di sinistra (anzi “marxista”) e chiunque lo critichi venga isolato.
Diverse sono le accuse che vengono mosse al darwinismo (ovviamente a seconda dell’occasione). La prima è che questa non è una teoria, in quanto gli evoluzionisti hanno diverse teorie spesso in contrasto fra di loro. Poi che non vi sono abbastanza prove; che il Dna di un uomo è troppo simile a quello di una mosca; che l’evoluzionismo è identificabile col darwinismo sociale, quindi col mito del progresso, il colonialismo, il liberismo. E, infine, che l’establishment scientifico non vuole che questo si dica, per non far venire alla luce i “limiti della scienza” e quindi per non perdere i propri privilegi.