Dallo Ionio al Tirreno in Calabria è disastro ambientale ed emergenza per la salute dei calabresi. Navi con fusti pieni di scorie radioattive affondate davanti alle coste, scuole ed edifici pubblici realizzati con il cubilot, una miscela letale di metalli pesanti e altri veleni provenienti dalle fabbriche ormai dismesse, fabbriche tessili come la Marlane-Marzotto di Praia a Mare sotto inchiesta per i 120 casi di tumore finora accertati e gli oltre 150 morti di cancro - direttamente attribuibili alle condizioni di lavoro nello stabilimento e per il disastro ambientale dovuto alle tonnellate di cromo esavalente e di altri veleni seppelliti nei terreni della fabbrica ed adiacenti alla spiaggia.
Zinco, cadmio, arsenico, nichel ed altri metalli pesanti sono stati riscontrati nei bambini che frequentano le scuole di Crotone poste sotto sequestro a seguito dell’indagine denominata “Black Mountains” portata avanti dalla procura di Crotone, secondo la quale sono stati utilizzati per l’esecuzione di lavori pubblici, 400.000 tonnellate di scorie tossiche derivanti dalla produzione della Pertusola Sud, lo stabilimento di Crotone, un tempo appartenuto all’Eni.
Tra gli indagati Edo Ronchi, Ministro dell’Ambiente dal 1996 al 2000, l’allora direttore generale del Ministero, oltre che il legale rappresentante della ex Pertusola Sud e vari amministratori locali. Le accuse sono gravi: si va dal disastro ambientale, alla realizzazione di discariche abusive, passando per avvelenamento di acque, turbativa d’asta e frode in pubblica fornitura.
Il tre ottobre i crotonesi sono scesi in piazza e con un corteo di 10mila persone hanno manifestato per il diritto alla salute e per la bonifica dei 23 siti che ufficialmente risultano inquinati dalle scorie della ex Pertusola.
La protesta continua e si estende anche sul Tirreno cosentino, dove dopo oltre 15 anni di denunce inascoltate e indagini insabbiate è stata accertata la presenza di una nave, probabilmente il mercantile Cunsky, affondata al largo di Cetraro a 22 miglia marine dalla costa, con un carico di 120 fusti pieni di rifiuti tossici e radioattivi.
È in corso un’indagine della Procura di Paola, che indaga sullo spiaggiamento della nave Jolly Rosso e dei rifiuti tossici e radioattivi (cesio 137) sotterrati nel torrente Oliva tra i comuni di Amantea e Serra d’Aiello. Si parla di 35 navi affondate nel mediterraneo, da Livorno a La Spezia fino a Capospartivento, la borghesia europea si serve della ‘ndrangheta per fare il lavoro sporco e chi prova a saperne di più o miracolosamente fa carriera ed allontanato oppure muore in strane circostanze, come il comandante della Capitaneria di Porto di Reggio Calabria Natale De Grazia che conduceva indagini sull’affondamento delle navi cariche di veleni.
Dietro queste tragiche scoperte, una lobby affaristico-mafiosa che gestisce il traffico internazionale di rifiuti tossico-nocivi e che coinvolge numerosi governi europei, imprenditori senza scrupolo, amministratori locali.
Il 24 ottobre le associazioni ambientaliste ed i comitati spontanei hanno indetto ad Amantea una manifestazione nazionale a cui aderisce anche la Cgil.
Noi siamo convinti che in un momento come questo il Prc, invece di intervenire nel dibattito interno al Pd e riproporre l’alleanza con il presidente Loiero, dovrebbe mobilitare i suoi militanti ed intervenire nel movimento per la tutela dell’ambiente e della salute che si sta sviluppando nella nostra regione.
In una terra dove le fabbriche si contano sulle dita di una mano e dove la ‘ndrangheta si è trasformata in vera e propria borghesia mafiosa i comunisti dovrebbero avere la capacità di costruire fronti unici con i comitati di cittadini che lottano per liberarsi da questo sistema oppressivo.
Portare nelle lotte la rivendicazione del superamento della società capitalistica come unica possibilità per impedire che sulla pelle della gente si facciano i profitti delle multinazionali, dei mafiosi e della classe politica è il compito di noi militanti.