La circolare viene però ritirata il 21 marzo, in seguito ad un telegramma dell’assessore regionale alla salute, il cattolico Alberto Tedesco che “ricorda” e puntualizza che la pillola del giorno dopo e’ un medicinale di fascia ‘c’ pertanto a totale carico dell’ ”assistito”.
L’assessore Tedesco, ripristinando la “legalità”, compie un ragionamento non solo economico, ma soprattutto politico, come molto bene spiega, il consigliere dell'UDC Angelo Cera:“Il problema non è se far pagare la pillola o se darla gratis, il problema è che si sta installando nei nostri giovani l'anti cultura, l'anti responsabilizzazione, l'anti educazione; si sta tentando di sradicare dalla società pugliese tutti i valori anche solo lontanamente riconducibili alla famiglia, alla società sana, al buon senso, alle regole, alla cultura cattolica."Formalmente il provvedimento è bloccato dalla mancanza di fondi, ma intanto il bilancio regionale stanzia 13 milioni di euro per gli oratori parrocchiali, dimostrando ancora una volta la subalternità alla Chiesa, proprio in momento in cui questa è perno di un attacco reazionario ai diritti delle donne.
E’ inaccettabile che un partito come Rifondazione che ripete ossessivamente nel suo giornale Liberazione la centralità della questione femminile accetti un simile provvedimento reazionario proprio nell’unica regione in cui esprime il Presidente della Regione, il compagno Nichi Vendola.
La dura realtà dei fatti è che oltre ai discorsi altisonanti, spesso fumosi e pronunciati in un linguaggio poco comprensibile per le donne lavoratrici, non si fa molto altro per i diritti delle donne, spesso barattati per qualche posto al sole…
In un contesto simile invece di continuare a fare cedimenti il Prc e i Giovani Comunisti si dovrebbero impegnare ad iniziare fin da oggi una campagna di propaganda di massa riguardo la difesa ed i diritti della donna, la libera e gratuita contraccezione, la laicità della Stato e l’apertura di nuovi consultori. Questa si dovrebbe sviluppare in tutti i comuni della provincia ed in tutti i quartieri a partire dalle scuole e dai luoghi di lavoro con banchetti e volantinaggi nelle giornate festive, nei luoghi di aggregazione giovanile.
Il consultorio deve riavere il ruolo che gli era stato affidato, non solo medico, ma soprattutto di informazione e prevenzione nel pieno rispetto della donna, o della minore che al consultorio si rivolge e dove spesso si sente trattata come prostituta o carne da macello. Come stabilisce la legge 405 del 1975, che istituisce i consultori, proprio in vista di questo, all’art. 1 recita: “il servizio d'assistenza alla famiglia e alla maternità ha come scopo:
a) l'assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabile e per i problemi della coppia e della famiglia, anche in ordine alla problematica minorile;
b) la somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo in ordine alla procreazione responsabile nel rispetto delle convinzioni etiche e dell'integrità fisica degli utenti;
e) la tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento;
d) la divulgazione delle informazioni idonee a promuovere ovvero a prevenire la gravidanza consigliando i metodi ed i farmaci adatti a ciascun caso.”
La straordinaria mobilitazione che ha portato alla sconfitta di Fitto in Puglia e alla vittoria di Vendola sembra ormai lontana come sembrano lontani in tempi in cui Vendola dichiarava “fare guerre di religione o guerre politiche sul corpo delle donne credo sia francamente nauseabondo”(La Gazzetta del Mezzogiorno 2/2/2006). Frase detta da Vendola ai giornalisti quando il Consiglio regionale ha approvato un ordine del giorno secondo cui le Asl pugliesi potevano utilizzare «tutte le metodiche per l’interruzione volontaria della gravidanza, compresa la Ru486 che provocò la spaccatura dell’opposizione di centrodestra e l’”amarezza” della Chiesa . E’ ora di riprenderci i diritti, conquistati con le lotte e che oggi stiamo perdendo, inaugurando una nuova stagione di lotte.
Tutti i compagni e tutte le compagne che hanno visto in Nichi Vendola una svolta anche nelle politiche a favore delle donne dovranno riprendere le lotte senza delegare la propria difesa ad una giunta sempre più asservita alla borghesia pugliese, che non difende né le donne né la nostra classe, ma che sta scivolando in una drammatica continuità con la giunta Fitto.
4 maggio 2007