Città del Messico
Le mobilitazioni in Messico non si fermano: dalle manifestazioni dal carattere esplosivo, che hanno seguito la scomparsa dei 43 studenti della Scuola normale di Ayotzinapa, si è passati a una maggiore strutturazione delle lotte.
Il governo, che non ha dato alcuna risposta credibile ai parenti dei desaparecidos, continua con atti repressivi di ogni sorta. Si moltiplicano i punti di incontro e discussione dei movimenti, in cui hanno avuto un ruolo centrale i parenti degli studenti normalisti scomparsi.
Sfiduciati dall’azione della polizia i parenti, insieme all’Unione dei popoli originari dello Stato di Guerrero, hanno dato vita a gruppi di ricerca che scandagliano lo Stato alla ricerca dei dispersi. Nella loro azione hanno già avuto scontri pesantissimi con le forze governative.
Ma le mobilitazioni di questi mesi iniziano a portare i primi parziali risultati. La mobilitazione dell’Istituto politecnico nazionale, che ha bloccato l’università per mesi, ha portato ad un tavolo di trattativa in cui le istituzioni hanno accettato praticamente ogni rivendicazione, compreso il ritiro della controriforma dei piani di studio e la convocazione di un Congresso straordinario del Politecnico. Il ritorno alle lezioni non ha concluso la lotta: numerose facoltà continuano a mobilitarsi, chiedendo la rimozione dei presidi antidemocratici e compromessi con le controriforme: alcuni di questi hanno già rassegnato le dimissioni. Il movimento continua a strutturarsi, utilizzando gli spazi autogestiti conquistati dopo le lotte degli scorsi mesi.
La principale organizzazione studentesca, il Clep (Comitato di lotta degli studenti del Politecnico), continua a tenere alta la guardia rispetto all’applicazione degli accordi e avverte tutti riguardo all’impossibilità di ottenere una vera istruzione pubblica di qualità all’interno del sistema capitalista. Per questo continua a legarsi con le mobilitazioni della classe operaia messicana ed ha lanciato, insieme ad altri studenti in tutto il paese, l’Unione degli studenti rivoluzionari.
Nella prossima fase sarà necessario unificare le strutture di lotta in una vera e propria formazione politica della classe operaia in grado di far cadere il governo di Peña Nieto, prendendo il potere attraverso un’Assemblea popolare rivoluzionaria di lavoratori, contadini e giovani.
Continua il calendario delle mobilitazioni: il 26 gennaio, a quattro mesi dalla strage di Ayotzinapa, è prevista la VIII Giornata d’azione globale per Ayotzinapa, il cui centro sarà Città del Messico, con quattro cortei simultanei che convergeranno allo Zocalo. Per tale giornata è necessario organizzare la solidarietà internazionale con presidi, volantinaggi, assemblee. Le mobilitazioni cresceranno fino alle elezioni farsa del 7 giugno, che i movimenti hanno deciso di boicottare attivamente, con azioni dispiegate in tutto il Messico.