Riceviamo e volentieri pubblichiamo l'ordine del giorno approvato
all'unanimità dai lavoratori della Bonfiglioli riduttori di Bologna contro
la trattativa per la controriforma del contratto nazionale. Dopo l'assemblea i lavoratori hanno fatto mezz'ora di sciopero, anche questo
partecipatissimo.
La redazione.
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Assemblea dei lavoratori Bonfiglioli riduttori e CEVA Bologna
O.d.g. su Riforma Contrattuale
I lavoratori e le lavoratrici della Bonfiglioli Riduttori e CEVA Bologna riunitisi in assemblea venerdì 10/10/2008 esprimono un giudizio negativo sull’andamento della trattativa sulla riforma contrattuale tra Confindustria CGIL CISL UIL.
L’Assemblea ritiene inaccettabili le posizioni espresse dagli industriali nella Bozza presentata il 12 /09/2008, e la decisione della CISL e della UIL di discutere il testo.
I punti che ci vedono in completo disaccordo sono:
1) Durata contratti nazionali, che passeranno da due a tre anni non garantendo un giusto aumento salariale.
2) Confindustria propone l’introduzione di un “Indice Previsionale dell’inflazione” per il calcolo dell’aumento salariale. E’ inaccettabile la richiesta di calcolare l’Indice senza tenere conto dell’inflazione importata; l’aumento del costo dell’energia andrà a ricadere sui salari in quanto le famiglie pagheranno l’inflazione derivante dal costo dell’energia più delle imprese. Oltre ai maggiori costi nelle bollette e nel prezzo della benzina, i lavoratori pagheranno una riduzione degli aumenti retributivi. Quindi i lavoratori pagano due volte mentre le imprese possono aumentare i prezzi e il governo si guarda bene dal controllare le tariffe.
3) Confindustria propone che tutte le materie da trattare in sede aziendale non devono già essere trattate dai contratti nazionali. Con questa proposta i padroni vogliono imbrigliare con un pesante sistema di regole, categorie e RSU, che non potranno più contrattare condizioni migliorative del contratto nazionale. Ad esempio, se nel contratto nazionale dovessero approvare la flessibilità obbligatoria non si potrà nel contratto interno derogare o modificare.
4) Il PDR sarà completamente variabile dunque, addio alla parte strutturale e al consolidato e quindi un grosso danno per i salari reali e per contributi pensionistici e sociali.
5) In caso di crisi territoriale o di zone industriali il contratto nazionale può essere derogato, naturalmente in peggio per i lavoratori. Per citare un esempio basta ricordare il patto territoriale a Melfi dove è stato derogato quanto previsto dal contratto nazionale e interno Fiat con risultati devastanti (doppia battuta dei turni, salari minimi inferiori al minimo contrattuale…)
6) La moratoria per i rinnovi contrattuali viene innalzata a 13 mesi. In poche parole non si potrà scioperare che dopo un anno e un mese dalla scadenza del contratto, se si viola questa disposizione si rischiano sanzioni penali.
Viene inoltre allungata anche la moratoria per i contratti aziendali di 3 mesi, in questo caso sono previste sanzioni economiche, limitando così il potere decisionale e rivendicativo delle RSU.
7) Vogliono istituire inoltre una commissione territoriale formata dai sindacati firmatari che vigilerà sul comportamento delle RSU, in caso di violazione di questo patto tra gentiluomini, si sanzioneranno i delegati e funzionari che non rispettano questi schemi.
Questa riforma abbassa i salari, riduce i diritti dei lavoratori, attacca l’autonomia delle RSU mettendo in difficoltà tutto il sindacato, che diventa apertamente complice dell’azienda portandolo di fatto ad allontanarsi dai lavoratori e dai luoghi di lavoro. In cambio la Confindustria con bene placido del governo concede alle confederazioni firmatarie di occuparsi in maniera esclusiva di :
a) Cassaintegrazione
b) Formazione
c) Collocamento
d) Sanità integrativa
e) Previdenza complementare
f) Sicurezza sul lavoro
Questo trasformerà un sindacato rivendicativo di rappresentanza in un sindacato di servizi e di mercato, un modello di sindacato incompatibile con la storia, e le conquiste ottenute negli anni dai lavoratori.
Per tutto questo i lavoratori e le lavoratrici Bonfiglioli e CEVA Bologna si meravigliano della disponibilità di Cisl e Uil a firmare quest’ accordo escludendo inoltre una partecipazione attiva dei lavoratori. L’Assemblea ritiene altresì giusta la posizione oggi espressa dalla CGIL, che con questi presupposti ritiene inutile il proseguimento di un confronto.
Non è accettabile che il presidente di Confindustria e Governo esprimano pubblicamente che si può andare avanti anche senza la partecipazione del più grande sindacato italiano.
Tutto questo avviene in una situazione di grave crisi internazionale e nazionale, con un governo che propone un vero e proprio smantellamento dello stato sociale (tagli alla scuola, alla sanità, aumenti delle tasse ai lavoratori, taglio di fondi ai comuni ecc..) che prepara il libro verde che peggiorerà la legge 30 e l’accordo sul welfare, le modifiche in peggio del Testo Unico sulla sicurezza, ( i morti son sempre pochi per il governo e padroni), inoltre c’è la proposta di riaumentare l’età pensionistica e di limitare le casistiche dei lavori usuranti.
I lavoratori invitano a dichiarare una mobilitazione generale pari all’offensiva in atto, e si riservano di intraprendere forme di lotta in caso di accordo separato e a queste condizioni.