A Campobasso è partita la mobilitazione in difesa dell’ospedale Cardarelli e della sanità pubblica. Nel mese di marzo viene proposto il trasferimento di alcuni fra i reparti più redditizi dell’ospedale pubblico in una struttura privata. I lavoratori esternalizzati non ci stanno e iniziano a protestare.
Di lì a poco si scopre che l’intero ospedale Cardarelli è destinato a diventare una sola unità organizzativa con questa struttura privata e che, tramite una fusione, la regione Molise (governata da anni con i più spudorati metodi clientelari dal centrodestra e dal centrosinistra) regala la sanità pubblica alla fondazione Giovanni Paolo II per coprire un debito accumulato proprio dalla regione nei confronti della fondazione, quando si chiamava Cattolica.
La realtà è che quel deficit è stato creato dalle convenzioni allegre stipulate in ogni parte d’Italia tra strutture pubbliche e private, che permettono a queste ultime lauti guadagni sulla pelle dei cittadini che hanno bisogno di cure sanitarie.
A partire dalla lotta del primo nucleo di lavoratori esternalizzati, si è creato un comitato cittadino che ha come obiettivo quello di difendere la sanità pubblica insieme al circolo di Rifondazione comunista di Campobaso Peppino Impastato e altre associazioni e strutture cooperative. Abbiamo ridato vita alla partecipazione democratica per la difesa del diritto alla salute come bene comune; siamo stati nei quartieri della città a parlare con i cittadini, spiegando cosa stava per accadere e abbiamo denunciato alla magistratura tutte le anomalie dell’Azienda sanitaria regionale del Molise, dove spadroneggiano le clientele dei diversi sub-commissari soprattutto ora che si è creato un vuoto istituzionale, visto che il Tar ha annullato le ultime elezioni regionali e si tornerà a votare.
Al Cardarelli ne abbiamo viste di tutti i colori: dal mancato rinnovo dei contratti precari di infermieri, tecnici di radiologia, ausiliari e medici fino agli appalti al ribasso per i servizi di mensa, lavanderia, pulizie e vigilanza.
Nel frattempo, in tutta la regione proliferano le strutture private come la Cattolica che si accreditano posti letto e visite specialistiche senza che queste pratiche vengano mai messe in discussione, nonostante utilizzino soldi della collettività che dovrebbero servire a migliorare la sanità regionale pubblica.
L’indebolimento della sanità pubblica è stato realizzato anche attraverso il lussuoso pre-pensionamento di parecchi primari che sono stati avviati alla pensione con 300mila euro a testa e che ora svolgono la loro attività regolarmente in strutture private o addirittura richiamati come consulenti dalla struttura pubblica.
Risulta un po’ difficile spiegare perchè adesso al Cardarelli non ci sono soldi per i farmaci, per le siringhe o che addirittura dobbiamo farci prestare i diffusori per le flebo.
Il governo regionale e quello nazionale stanno mettendo in ginocchio questa regione: attaccare la sanità pubblica significa consegnare alla gestione dei privati circa l’ 80% del bilancio regionale. I lavoratori dell’ospedale Cardarelli di Campobasso sono convinti della necessità della mobilitazione, insieme a tutti i lavoratori degli altri ospedali a partire da quelli della Cattolica e degli altri ospedali privati, e sono pronti anche ad un’eventuale occupazione dell’ospedale stesso, se si renderà necessario, a difesa dell’unico ospedale regionale di secondo livello e della sanità pubblica su tutto il territorio.
*lavoratrice ospedale Cardarelli