Il governo assassino deve andarsene!
Abbiamo detto in parte, perché, allo stesso tempo, assistiamo alla straordinaria reazione di migliaia di giovani e lavoratori che stanno invadendo le piazze di tutt’Italia, ben decisi a non farsi intimorire e a difendere i più elementari diritti democratici.
La gerarchia militare sostenuta dal governo ha lavorato scientificamente a questo progetto provocando e istigando da mesi un clima di odio verso i manifestanti tra poliziotti e carabinieri. La lettera-bomba di lunedì 16 che in un Comando aveva ferito un carabiniere serviva chiaramente allo scopo. Le forze dell’ordine sono state preparate, ormai non c’è alcun dubbio, per reprimere brutalmente i manifestanti pacifici e lasciare indisturbati i vandali, i cosiddetti "anarchici" e Black Blocs nelle loro devastazioni. Per giorni interi. Alcuni giornali titolavano cinicamente "La Polizia cerca le tute nere" il giorno precedente il macello al Social Forum.. . preparavano chiaramente i lettori a digerire e comprendere la repressione della polizia.
E’ da mesi che annunciava sulla stampa dei padroni (Corriere della Sera, Repubblica, Stampa, Resto del Carlino e decine di giornali locali) che gli "anarchici insurrezionalisti" si preparavano a mettere a ferro e fuoco la città di Genova. Come mai polizia e militari li hanno lasciati ‘lavorare’?
Le dichiarazioni di Berlusconi e dei suoi ministri (avallate da Rutelli) circa la complicità tra manifestanti e Social Forum coi Black Blocs noi gliele rovesciamo contro: moltissime prove foto,video e testimonianze di reporter e manifestanti di diversi orientamenti documentano chiare complicità tra svariati reparti dell’ordine e presunte tute nere e vandali vestiti da ultrà. Alcuni genovesi dalle loro case hanno testimoniato di aver visto persino dei poliziotti in divisa rompere vetrine e distruggere cassonetti mentre altri hanno visto da una camionetta blu la distribuzione di mazze e spranghe.
Sono state buttate persino tre bombe molotov contro la prigione di Genova davanti alle telecamere di tutti i telegiornali e 20mila uomini delle forze armate non sarebbero riusciti ad acciuffarli. Sarebbe più giusto dire che non volevano. Non a caso quando sono stati localizzati le forze dell’ordine hanno fatto di tutto per condurre gli "anarchici" verso i presidi dei manifestanti del Genoa Social Forum. Per non parlare della dispersione della manifestazione di Sabato dal piazzale di Marassi, orchestrata ad arte con fumo di lacrimogeni e coreografia di scontri nei quartieri circostanti. Per tutto il giorno hanno tentato di rompere il corteo, hanno pestato gente inerme nei punti più esposti: hanno fatto l’impossibile (insieme ai telegiornali della sera precedente) per farla fallire ma non ci sono riusciti. Quando il servizio d’ordine dei manifestanti tentava di respingere i sedicenti anarchici mostrando la propria estraneità nei loro confronti la Polizia ha caricato tutti in modo indiscriminato. Lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo, idranti d’acqua mista a liquidi urticanti, corse di camionette tra i cortei, uso di armi da fuoco e tanti elicotteri/telecamera.
Stiamo assistendo ad una riproposizione della "strategia della tensione" organizzata in grande stile da un governo di destra cinico e ipocrita che nei giorni scorsi ha tentato di rassicurare i manifestanti pacifici che "non avrebbero avuto niente da temere" perchè secondo Berlusconi anche il "governo condivideva le ragioni di chi manifestava pacificamente". Non solo, il Presidente del Consiglio si è esibito il 19 in una riunione con i dirigenti sindacali di mezzo mondo nella quale "accoglieva tutte le richieste delle organizzazioni sindacali e se ne sarebbe fatto garante al G8".
La responsabilità della repressione è da attribuirsi completamente al governo ed è per questo che non basta richiedere le dimissioni di Scajola e del capo della Polizia De Gennaro come è stato annunciato da Agnoletto, Bertinotti ed ultimamente dall’Ulivo. La destra difende a spada tratta il proprio ministro e solo la convocazione di uno sciopero generale subito per cacciare il governo può dare forza decisiva alle proteste. La richiesta di dimissioni di un solo ministro senza una lotta nazionale è astratta perché oltre a non funzionare ignora la immensa pericolosità di questo governo. Governo criminale, amico di Sharon, Pinochet, Bush e del Papa.
I dirigenti sindacali devono assolutamente organizzare lo sciopero. Rifondazione, tra le componenti più attaccate dalle forze dell’ordine, deve attivare tutti i suoi militanti a questo scopo. Ogni giorno che passa aumentano i danni che studenti e lavoratori, uomini e donne subiranno da questi assassini.
L’atteggiamento scandaloso di Cofferati e la maggioranza del gruppo dirigente Cgil di non aderire alla manifestazione contro il G8 deve essere ribaltato dai lavoratori esercitando una pressione per lo sciopero e denunciando il principale sindacato italiano di non essersi assunto la responsabilità di garantire, con la propria presenza, l’incolumità di migliaia di giovani e lavoratori che hanno manifestato su convocazione della Fiom e dei sindacati di base. Viene da ridere quando Cofferati accusa d’Alema di non aver fatto una politica di sinistra e poi fa il crumiro contro una manifestazione alla quale persino i dirigenti Ds avevano formalmente aderito per poi ritirare l’adesione con un atto gravissimo e vigliacco che ha facilitato nei fatti la violenta repressione che continua oggi martedì 24.
Hanno cercato in tutti i modi di terrorizzare i manifestanti e, codardi, i dirigenti dei Ds e della Sinistra Giovanile hanno revocato i pullman che dovevano portare i loro militanti a Genova. Questo comportamento da una parte dimostra il carattere strumentale della loro adesione, dall’altra avalla implicitamente la criminalizzazione del movimento da parte della destra e dei padroni dell’informazione. Nonostante ciò molti tra i giovani della SG sono saltati sui treni dei Social Forum e sono venuti lo stesso.
Ora non lasciamo che i nostri compagni siano uccisi e pestati invano. Da questa dolorosa esperienza dobbiamo trarre tutte le conclusioni per l’oggi e per il futuro. E’ finita l’epoca in cui a questo tipo di manifestazione si giocava con la Polizia che contrattava con i manifestanti ogni passo. La linea della disobbedienza civile è assolutamente impotente quando lo Stato mostra la sua natura assassina. Lor signori dopo aver ucciso vogliono che il loro gesto resti impunito. Non si può più scherzare con il potere, nè si può pensare di affrontarlo sul terreno strettamente militare soprattutto se si parte dall’attuale livello della mobilitazione.
Fino a pochi giorni fa molti hanno visto la manifestazione come una festa focalizzata esclusivamente su obiettivi simbolici. L’illusione è finita: lo Stato non è un simbolo bensì un’organizzazione armata e violenta che difende gli interessi della classe dominante con le sue pistole, i suoi elicotteri, lacrimogeni e idranti, i suoi telegiornali, le sue prigioni.
Da domani le mobilitazioni devono riprendere su un piano più politico basandosi su quelle forze che possono colpire duramente la classe dominante, il suo Stato e il suo governo: prima su tutti la classe lavoratrice e le sue organizzazioni piccole e grandi. Dopo la manifestazione di oggi bisogna andare alle fabbriche, ai call centers, in tutti i luoghi di lavoro per promuovere lo sciopero generale politico per le dimissioni del governo. Da oggi dobbiamo mettere in piedi comitati per lo sciopero generale che si attivino immediatamente per raggiungere la maggior parte dei lavoratori. Possiamo negare l’esistenza del potere, la necessità di organizzarsi e quant’altro ma questo non impedisce al potere di occuparsi di noi e perseverare su questa linea non farà altro che mettere inutilmente a repentaglio la vita e persino i diritti democratici elementari dei compagni.
Alle manifestazioni non solo devono esserci dei servizi d’ordine eletti democraticamente dalle organizzazioni e le associazioni che le convocano (composti da persone responsabili, in primo luogo lavoratori, decisi a far rispettare gli orientamenti prevalenti nel dibattito democratico interno al movimento).
Fermo restando che le responsabilità di quello che è successo è della Polizia e del governo, chi nei fatti è dirigente o visibile nel movimento non può continuare a facilitare inconsapevolmente il compito di lorsignori. Contro un corteo unitario, organizzato e disciplinato sarebbe stato molto più difficile compiere provocazioni e repressione, che sono state rese fin troppo facili da giornate gestita con metodi e obiettivi quanto meno discutibili, disgregando le forze in decine di iniziative e mettendo al centro della discussione un obiettivo come il superamento della linea rossa (venerdì 20), dichiarando una simbolica guerra alla Polizia che ha dato un facile pretesto allo Stato per scatenarne una vera oppure lasciando indifeso e senza cordoni la maggior parte del corteo (sabato 21).
Quella di oggi è una giornata di lotta ma come hanno sottolineato i leader del movimento deve essere anche un momento di riflessione per analizzare i nostri limiti di oggi preparandoci alle lotte di domani.
La Nostra Voce ( lavoratori e delegati per una CGIL democratica e combattiva )
C.S.P. Comitati in difesa della scuola pubblica
24 luglio '01