Il 6 novembre 2012 si terranno le elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Rispetto alla trionfale vittoria di Obama nel 2008, le speranze e le illusioni di milioni di persone sono crollate di fronte alla dura realtà della crisi e allo stesso tempo ha ricominciato ad affacciarsi sulla scena il movimento operaio americano.
Diversi nostri lettori si ricorderanno della lotta di massa in Wisconsin contro una legge che limitava la contrattazione collettiva, all’inizio dello scorso anno. In Ohio era stata presentata una legge anti-sindacale simile, ma lo scorso novembre è stata clamorosamente bocciata in un referendum con il 61% di voti contrari.
Le organizzazioni dei lavoratori hanno poi svolto un ruolo importante nel sostenere il movimento di Occupy. L’occupazione di Wall Street non sarebbe potuta durare così a lungo senza la cooperazione delle forze sindacali. La sezione di New York dell’Uft (United federation of teachers), il sindacato degli insegnanti, ha raccolto beni di prima necessità, messo a disposizione servizi igienici e dato spazio alle conferenze stampa degli occupanti.
Il Seiu (Service employees international union), sindacato dei lavoratori della sanità, ha fornito le risorse per stampare sia in inglese che in spagnolo il giornale del movimento, l’Occupied Wall Street Journal. Ci sono state manifestazioni sindacali contro gli sgomberi e gli arresti della polizia, che hanno coinvolto anche gli operai dei cantieri del World trade center.
Una delle lotte più significative ha interessato il porto di Longview, nello stato di Washington, dove vengono movimentate centinaia di migliaia di tonnellate di cereali con treni e navi. La società Egt (Export grain terminal) aveva deciso di tenere fuori dal terminal il sindacato degli scaricatori di porto e dei magazzinieri, l’Ilwu (International longshore and warehouse union). Nel mese di settembre i lavoratori dell’Ilwu hanno bloccato l’accesso dei treni al terminal, hanno abbattuto le recinzioni e sono penetrati nel porto, dove hanno fronteggiato le guardie private dell’azienda e i crumiri, tirando giù dai camion tonnellate di cereali.
Le autorità hanno risposto con la repressione: 200 militanti sono stati arrestati e un centinaio sono stati incriminati, tra cui il presidente dell’Ilwu. La governatrice “democratica” dello stato di Washington, Christine Gregoire, ha mandato la polizia di stato a Longview per dar manforte alla polizia locale nel fronteggiare le proteste. Ma la repressione non ha fermato la lotta. Dopo che la polizia aveva quasi ucciso un manifestante, il movimento Occupy ha lanciato uno sciopero generale per bloccare i porti della West Coast il 2 novembre. A Oakland c’è stata una manifestazione con 30mila persone e il porto è rimasto chiuso per un giorno intero, perché gli scaricatori e i camionisti si sono rifiutati di attraversare i picchetti per entrare a lavoro. Grazie al sostegno degli attivisti di Occupy, i portuali hanno portato avanti un’altra giornata di blocchi il 12 dicembre.
A febbraio è stata mandata la Guardia nazionale a Longview e il presidente Obama ha addirittura autorizzato l’utilizzo della Guardia costiera per scortare l’ingresso nel terminal di una nave carica di cereali: è la prima volta che forze militari vengono usate in funzione anti-sciopero dal 1981, quando Reagan aveva impiegato personale militare per sostituire i controllori di volo in sciopero. Ma i lavoratori non si sono lasciati intimidire: Ilwu e Occupy hanno cominciato a organizzare un blocco sia terrestre che marittimo per impedire alla nave di attraccare in porto. Di fronte a questa determinazione, la Egt ha dovuto cedere e siglare un accordo in cui riconosceva il diritto dell’Ilwu a rappresentare i lavoratori del porto.
Tutti questi avvenimenti sembrano aprire un nuovo capitolo nella storia della classe operaia americana, che però non può trovare alcuna espressione nelle prossime elezioni. Sia Obama che Romney rappresentano infatti quella stessa elite finanziaria contro cui i lavoratori e i giovani si sono mobilitati. Una reale svolta ci potrà essere solo quando il movimento operaio organizzato darà vita ad un proprio partito indipendente in grado di rappresentare le istanze delle lotte di questi mesi e di quelle che si svilupperanno nel prossimo periodo.