Ritirati 250 licenziamenti di autisti UPS
Dopo lo sciopero degli autisti Ups di Londra nel periodo natalizio contro i carichi eccessivi di lavoro, adesso ad incrociare le braccia sono gli autisti UPS del Queens, quartiere della grande mela, New York.
UPS, multinazionale dei servizi espressi sembra avere il vento in poppa: da un lato macina grandi profitti (1,2 miliardi di dollari soltanto nel primo trimestre di quest'anno – e rispetto ai 4,5 del 2013 se ne prevedono 5 miliardi per il 2014) e dall’altro ottiene contratti a lei assolutamente favorevoli – come negli Usa dove ha 340.000 dipendenti (ciò anche grazie alla bassa conflittualità del sindacato Teamsters, guidato dall’ala moderata Hoffa). Infatti la multinazionale risparmierà circa 500 milioni di dollari in costo del lavoro per mancati aumenti. Ma non mancano lavoratori combattivi che votano massicciamente NO a questo accordo, come a Louisville o nel Queens dove la combattivita’ operaia ha lunghe tradizioni con battaglie avanzate sulle pensioni e gli stipendi ma anche per le assunzioni di nuovi autisti.
Come tutti i padroni, UPS mal digerisce tutto questo e quando può coglie qualsiasi occasione per attaccare e colpire: come e’ accaduto in queste settimane nel Queens, dove ha licenziato 250 autisti della locale Teamsters 804 (sindacato dei trasporti Usa). In un solo colpo cerca di schiacciare una realta’ fortemente sindacalizzata da quadri dirigenti sindacali.
Il pretesto è l’allontanamento di un lavoratore, Jairo Reyes, un sindacalista accusato di aver lasciato il posto di lavoro prima del tempo. La reazione è immediata e 250 autisti si fermano per 90 minuti. Scatta la reazione della multinazionale che a gruppi di 20 intima a 250 autisti di non presentarsi. “Con effetto immediato, lei non è più sul libro paga”: questo è quello che si è sentito dire Steve Curcio, 41 anni, con 20 anni di UPS alle spalle.
Esplode la rabbia, il sindacato organizza presìdi (il 3 aprile davanti al Municipio) ed iniziano ad emergere le vere ragioni degli autisti: la loro battaglia contro lo sfruttamento. Dominik Dedomenico diventa un simbolo (lo scorso Natale era stato investito da un'auto in corsa mentre consegnava pacchi natalizi – dopo un coma di dieci giorni e una faticosa riabilitazione è tornato al lavoro per essere licenziato con gli altri autisiti. A lui l’azienda contesta di non essere attivo come prima dell’incidente … non riesce a stare al passo con il nuovo standard di produttività di 2 pacchi per ora).
Insomma per UPS questi licenziamenti sono l'occasione per fare un po’ di pulizia!
Per molti l’obiettivo dell’azienda e’ chiaro: “colpire” questi autisti per “educare” gli altri 6000 autisti della regione.
Ma la protesta da sindacale diventa politica e di massa. Diventa un pretesto per discutere Sui media di lavoro e dei diritti dei lavoratori. I clienti UPS sottoscrivono un appello per la riassunzione, vengono raccolte 50mila firme contro UPS. L'Ufficio legale municipale minaccia il recesso contrattuale per 43 milioni di dollari in appalti e servizi comunali (ma anche statali) con UPS se la ditta non recede dal licenziamento. La solidarietà è ampia e massiccia perché questi non sono semplici autisti ma parte di una comunità che da decenni serve tutta l’area del Queens.
Alla fine, in questi giorni, sembra che si sia trovato un compromesso. I lavoratori saranno riassunti anche se il sindacato è stato costretto a sottostare alle regole capestro del Contratto di Lavoro: il riconoscimento che lo sciopero non è stato totalmente regolare e un risarcimento dei 90 minuti del fermo a febbraio da parte dei 250 autisti. In qualche modo un piccolo prezzo di fronte allo spettro del licenziamento.
In ogni nazione, le locali leggi sul lavoro rispecchiano i rapporti di forza dei contendenti: ma qual è la differenza fra un “brown” statunitense e un autista di una società terza in Italia che fa consegne per Ups? Hanno le stesse divise, guidano e consegnano pacchi!
Nei fatti non ci sono grandi differenze: lo sfruttamento è il medesimo, lo stress pure. Anche in materia di difesa del posto di lavoro non ci sono diversita’. Negli USA come qui ti possono licenziare senza battere ciglia. Ma in Italia - come in tutti in cui si preferisce ed è lecito subappaltare non avere dipendenti è un grande affare: servizi ad alto valore aggiunto resi al “massimo ribasso” salariale e nei diritti.
In Italia, dove il sistema della terziarizzazione ha avuto un ampio sviluppo, non sono mancati da parte sindacale tentativi di “umanizzazione” contrattuale inserendo nei CCNL dichiarazioni di principio a favore dell’applicazione dei CCNL alle aziende terze operanti nel settore. Nient'altro che un misero palliativo per i lavoratori.
Questo è il primo meccanismo che i lavoratori dei settore devono combattere. A parità di lavoro, parità di salario e di diritti. Questo è possibile solo con una battaglia seria per l’internalizzazione di tutte le attività che si svolgono sotto il tetto di un’ azienda
Questo aiuterebbe a ridurre storture e le zone grigie/nere di lavoro irregolare. Questo darebbe ai lavoratori maggiore forza e capacità di resistere alle prevaricazioni delle imprese e delle multinazionali e di condurre battaglia come quelle dei “brown” ( il marrone e’ il colore della divisa degli autisti Ups)del Queens.
Notizia di questi giorni, il virus della mobilitazione ha varcato l’oceano - sciopero in Ups Germania (Stoccarda)- la predominante filosofia aziendale del “non ci saranno mai scioperi in UPS” inizia a perdere aderenza. I lavoratori tedeschi hanno incrociato le braccia per rafforzare la contrattazione sindacale in corso. Quello che resta sono certe “regole” sulla condotto sindacale che si rivelano dei bavagli ai lavoratori. In tutti i Paesi, la pratica di inserire nei contratti “procedure di raffreddamento” del conflitto mostrano la loro reale utilita’: servono a smussare ed imporre freni alla rivendicazione dei lavoratori. E’ ora di eliminarli!
I lavoratori UPS, a livello internazionale, ci stanno indicando la strada. I loro risultati infondono speranza e fiducia perche’ quando a prediminare e’ la determinazione e la solidarieta’ i lavoratori vincono e loro oggi, hanno vinto!