A Milano, secondo la Camera di commercio, il 54% delle famiglie ha un reddito inferiore a 25mila euro e nel 64% dei casi c’è un solo componente che guadagna e deve mantenere tutto il nucleo famigliare. Inoltre, in base a uno studio della Bocconi, in cinque anni i senza dimora sono aumentati del 69% e quasi il 10% di questi è laureato.
Milano è la città con più cantieri edilizi (causa Expo) e con il maggior numero di stabili abbandonati (4milioni di metri cubi – studio Sicet e Politecnico di Milano). La fame di denaro dei costruttori, un giro di oltre 40 miliardi di euro, non ha ritegno: nonostante l’enorme di disponibilità di alloggi, crescono esponenzialmente le richieste di sfratti esecutivi; a Milano sono 18mila (il 15% del totale nazionale) e a queste nuove richieste si aggiungono le 17mila giacenti dagli anni precedenti. Il 90% delle nuove istanze convalidate sono per morosità incolpevole: non c’è né dolo, né controversie, solo indigenza. Tutto questo avviene nonostante ci siano 5mila alloggi Aler sfitti, e fra questi 600 disponibili, ma destinati alla vendita.
Mentre diritti fondamentali come casa e lavoro sono messi fortemente in discussione, la giunta Pisapia ha approvato un bilancio che è solo lacrime e sangue.
Il nuovo assessore al bilancio Francesca Balzani (Pd), nel solco tracciato da Tabacci, ha messo a frutto la sua esperienza europea (è stata Relatore generale del bilancio europeo 2012), per applicare con rigore il rispetto del patto di stabilità. Il sindaco si lamenta con il governo nazionale dei tagli agli stanziamenti, ma lui e la sua giunta ne condividono e promuovono i principi ispiratori. Il vento nuovo che doveva investire la città è diventata una raffica che ha gelato chiunque.
Dopo la vendita delle quote Sea (servizi aeroportuali) e Serravalle (autostrade) si parla di fare altrettanto con A2A (gas e luce) con lo stesso obiettivo: monetizzare il patrimonio pubblico a scapito di posti di lavoro e servizi, che vengono sacrificati in nome dei parametri finanziari. Dopo l’aumento del prezzo del biglietto Atm, è giunto anche quello degli abbonamenti, che colpisce i settori più popolari. In due anni le entrate del Comune derivanti dai servizi (trasporto, mense, parcheggi, ecc.) sono praticamente raddoppiate, da 852 milioni a 1,7 miliardi! Il punto più drammatico sono le tasse, nel 2011 aumentate del 60% e nel 2012 di un altro 25%.
Non pago di tali salassi, nel bilancio 2013 Pisapia aggredisce in primo luogo i redditi più bassi abbassando la soglia di esenzione dell’addizionale Irpef da 33.500 a 21.000 euro e introducendo l’aliquota massima senza scaglioni. Il Comune spende sempre meno per i suoi dipendenti (l’incidenza sul bilancio è passata dal 28% al 18%) ma in compenso garantisce gli investimenti per Expo, che sono in crescita esponenziale (nel solo 2012 oltre il miliardo) e peraltro riguardano opere davvero inutili, basti pensare agli 89 milioni previsti per la “Via delle acque” attraverso il Parco di Trenno, che ha suscitato la rabbia degli abitanti della zona.
La consigliera di Rifondazione comunista Anita Sonego ha “responsabilmente” votato a favore del bilancio comunale, auspicando che il prossimo sia più “partecipato”. Nella sostanza il Prc sta dicendo che non c’è alternativa ai sacrifici e chiede a tutti di aspettare tempi migliori. Su queste basi, un partito comunista è destinato a sparire dalla scena politica. Verrebbe da sorridere, se non fosse un’autentica tragedia, nel sentire i compagni della maggioranza del partito che nei congressi di circolo parlano di anticapitalismo, della necessità di essere alternativi al centrodestra e al centrosinistra, i compagni propongono persino di disobbedire ai trattati dell’Unione europea. Già… peccato che alla prima prova dei fatti non sono capaci di alzare la manina in modo coerente a tutte queste belle parole. Il partito deve uscire dalle giunte e dalle maggioranze con il Pd, liberarsi dalla corresponsabilità dell’austerità, il resto sono chiacchere.