Il prossimo appuntamento elettorale a Milano è uno specchio fedele del quadro politico nazionale. In molti si rendono conto che è anche dal risultato elettorale che si gioca molto nel prossimo periodo, soprattutto per la destra che è quella che in fondo più ha da perdere e, non a caso, vede Berlusconi per l’ennesima volta capolista del Pdl.
Il centrodestra parte indubbiamente avvantaggiato a queste elezioni ma nonostante ciò la coalizione Pdl-Lega è una delle più deboli da diversi anni questa parte, essendosi alienata i consensi di ampli settori della città
Anzitutto a partire da quegli interessi che la Moratti dovrebbe rappresentare. Lampante il caso di Expo 2015, una torta da 20 miliardi di euro che è sostanzialmente ancora ferma al palo. Regione, Provincia e Comune infatti, tutte governate dal centrodestra, non trovano un accordo sui terreni da utilizzare, avendo fatto correre persino il rischio di uno spostamento della manifestazione a Smirne. Abbiamo già spiegato quale sia la nostra visione di Expo, soldi pubblici per una gigantesca operazione di speculazione immobiliare e di certo non ci uniremo al coro più che interessato di chi, come il Pd, denuncia l’incapacità della Giunta per accreditarsi presso i palazzinari milanesi come la coalizione più “responsabile”.
Non va meglio se guardiamo alla gestione del pubblico demanio: la cosiddetta “caverna di Batman” del giovane Moratti così come le migliaia di alloggi gestiti direttamente o indirettamente dal Comune – come nel caso del Pio Albergo Trivulzio – hanno mostrato chiaramente lo scandalo di una vera propria cricca che, mentre regala immobili a prezzi che fanno gridare vendetta al cielo, ha la faccia tosta di rivendicare l’aumento del numero degli sfratti abusivi a Milano e il vergognoso giro di vite sugli Arci milanesi.
Altro sassolino nella scarpa della Moratti, la presentazione da parte del terzo polo di un candidato autonomo, che, per quanto debole, va inevitabilmente a togliere voti alla coalizione di destra e che riflette comunque l’insoddisfazione di parte della borghesia cittadina.
La coalizione di centro sinistra parrebbe quindi avere la strada spianata verso Palazzo Marino ma le cose non sono affatto così semplici. Già dalla vittoria di Pisapia alle primarie diversi esponenti del Pd avevano dichiarato di valutare la possibilità di allearsi direttamente con il Terzo Polo. Significativa anche la ciambella di salvataggio che il Pd ha lanciato alla Giunta uscente, permettendogli di approvare il bilancio cittadino l’ultimo giorno utile: classica operazione in cui si intrecciano miopia e connivenza politica.
Ad ogni modo il profilo della coalizione del centrosinistra milanese è un chiaro segnale alla borghesia “buona” – e meno buona – di Milano della volontà di difendere come e meglio della Moratti i loro interessi. Abbiamo già detto su queste pagine quali fossero le amicizie pericolose dell’archistar Boeri: Ligresti, Cabassi e compagnia… La vittoria di Pisapia alle primarie purtroppo non ha rappresentato l’esclusione dalla coalizione di tali interessi, dato che poco dopo lo stesso Pisapia ha dichiarato di volere proprio Boeri quale assessore all’urbanistica della città.
La realtà è semplice e triste allo stesso tempo. Milano è una città che in diverse occasioni ha mostrato di saper esprimere un’alta conflittualità sociale: Innse, mensa di via golgi, Maflow, Afol, comitati inquilini, Torre di via Imbonati e potremmo continuare a lungo… Purtroppo, tutto questo, non ha alcuna cittadinanza politica e tutta l’opposizione alla Moratti pare tradursi in una lotta della “gentilezza” (dallo slogan principale della campagna di Pisapia) contro il malgoverno del comune. Un appiattimento verso il centro per nulla contrastato dal Prc che ha scelto fin dalle primarie di legarsi mani e piedi a Pisapia.
Se, come tutti speriamo, la Moratti sarà mandata a casa non potremo aspettarci che automaticamente le nostre rivendicazioni saranno soddisfatte: dovremo contrastare gli appetiti degli sciacalli che hanno solo cambiato casacca per continuare a lucrare come se niente fosse. Contro costoro la parola d’ordine può essere una sola: la nostra lotta continua anche dopo il 16 maggio!