Sotto attacco diritto di sciopero, pensioni, salari, occupazione,
contratto nazionale di lavoro...
Governo e Confindustria tornano alla carica
Sono passati ormai quasi due anni da quel luglio del 2001 che vide cominciare l’alta marea del conflitto di classe nel nostro paese. Dal primo sciopero dei metalmeccanici convocato dalla Fiom Cgil in solitario (6 luglio 2001), le piazze italiane sono state riempite più e più volte dalle mobilitazioni di massa, su scala mai vista in precedenza. Dalle giornate del G8 di Genova, alle manifestazioni contro la guerra in Afghanistan, ai grandi scioperi del 2002 in difesa dello Statuto dei lavoratori, passando per le lotte degli immigrati, i girotondi, la dura battaglia degli operai Fiat in difesa dell’occupazione, per sfociare nelle enormi manifestazioni contro la guerra nel Golfo, inaugurate a Firenze il 9 novembre e culminate nella giornata del 15 febbraio e proseguite con le decine di mobilitazioni locali, i blocchi dei treni, dei porti.
Non si tratta, come spesso si sente ripetere, di un “caso italiano”. Al contrario, il processo si sviluppa su scala continentale e mondiale. I recenti avvenimenti in Francia, Austria, Perù sono le ultime conferme di quanto affermiamo.