Nel Comitato politico nazionale del 13-14 dicembre si è svolto un dibattito sulle elezioni amministrative in programma per la prossima primavera, su come il partito si presenterà alle urne e sulle possibili alleanze. Un Ordine del giorno presentato dal compagno Pegolo, a nome della segreteria nazionale, è stato approvato a maggioranza. A questo ordine del giorno i compagni della quarta mozione, assieme ad altri, hanno presentato un emendamento alternativo rispetto ad alcuni punti.
Potete leggere entrambi i testi di seguito.
ODG SULLE AMMINISTRATIVE 2009 PRESENTATO DALLA SEGRETERIA NAZIONALE
Le prossime elezioni amministrative costituiranno un test elettorale di prima grandezza. Saranno chiamati al voto, infatti, gli elettori di 63 province e di più di 4000 comuni. A ragione tale consultazione assumerà la valenza di una verifica nazionale. Le scelte che il PRC dovrà compiere in tema di alleanze, contenuti programmatici e iniziativa politica non possono prescindere da alcuni elementi di valutazione.
1. La criticità della situazione finanziaria degli enti locali. Tale situazione è determinata dalle restrizioni delle risorse previste in finanziaria e dalle nuove norme collegate al patto di stabilità interno. A questo si aggiunge la torsione in senso privatistico derivante dalle nuove disposizioni di legge in tema di servizi pubblici locali.
2. La condizione generale di crisi in cui versa il paese. Tale situazione ha un riflesso in primo luogo sulle condizioni sociali, con la crescita della povertà e del disagio sociale. Ne deriva che le istituzioni locali vengono ad assumere un ruolo centrale come primo ambito di intervento per la gestione di politiche di redistribuzione e di inclusione sociale.
3. L’involuzione subita in alcune realtà dalle forze del centro-sinistra e segnatamente dal PD. Tale involuzione si è sostanziata, in primo luogo, nella ricerca di un consenso moderato sul terreno della sicurezza. La stagione dei sindaci sceriffi ha rappresentato una brutta pagina per il centro-sinistra. In altri casi si sono espressi indirizzi tesi alla privatizzazione di funzioni pubbliche. Recentemente si assiste al tentativo di allargare il centro-sinistra a forze centriste e segnatamente all’UDC. Infine, riesplode la questione morale in una serie di importanti amministrazioni locali in cui vengono coinvolti amministratori del PD.
4. Il ripiegamento in molte realtà dell’iniziativa istituzionale del partito. Anche in ragione di un’accentuazione di propensioni “governiste”, oltre che dell’indebolimento dell’attività sociale, si è assistito in taluni casi a scelte in tema di alleanze discutibili. In particolare, è venuto meno talvolta il rigore nella definizione dei programmi, spesso posposti alla scelta preventiva delle alleanze e il partito ha spesso delegato ai propri rappresentanti istituzionali l’intervento sui temi sociali, senza garantire un’autonoma capacità di azione.
Di fronte ad una situazione di tale complessità si richiedono orientamenti conseguenti. Il Comitato Politico Nazionale del PRC assume, pertanto, i seguenti orientamenti in relazione allo svolgimento delle prossime elezioni amministrative.
a) in occasione delle prossime elezioni amministrative, in particolare nei comuni al di sopra dei 15.000 abitanti e nelle province, il PRC presenterà liste col proprio simbolo. Ai fini dello sviluppo e del rafforzamento dei rapporti unitari a sinistra, la scelta preferenziale sarà quindi quella dell’apparentamento di liste, fatte salve ovviamente le esperienze in cui già si sia fatto ricorso ad altre modalità di presentazione nelle elezioni precedenti o nel caso di comprovata impossibilità (per l’esistenza di soglie di sbarramento non superabili) della presentazione autonoma del partito.
b) il PRC considera improponibile, nella formazione di coalizioni, il coinvolgimento di forze politiche di esplicita collocazione centrista e moderata come l’UDC. Con questa forza se è possibile realizzare convergenze sul piano della difesa delle garanzie democratiche, come già oggi sta avvenendo nel caso della legge elettorale per le europee, non è tuttavia possibile dar vita ad alleanze elettorali o di governo, date le evidenti differenze sul piano politico e programmatico.
c) Di fronte allo scenario inquietante degli avvisi di garanzia che si abbattono su amministratori del centro sinistra, sottolineiamo la relazione esistente tra deriva neocentrista e questione morale. Il Prc ritiene essenziale che in queste elezioni emerga con nettezza una discontinuità nelle scelte del personale politico, dei contenuti e delle pratiche amministrative, così come abbiamo fatto in Abruzzo. Questa esigenza conferma l’errore compiuto con il reingresso nella giunta regionale calabrese, irrimediabilmente compromessa dalle azioni giudiziarie intentate nei confronti di molti consiglieri e amministratori. Ci chiede una netta discontinuità nelle esperienze di governo alla regione Campania, al comune di Napoli e in tutte le realtà in cui riemerge, in particolare, la questione morale. Evidenzia in questo contesto l’errore compiuto in talune realtà, come il comune di Firenze, da parte di amministratori che in nome dell’unità della sinistra hanno lasciato il Prc per confluire in maggioranze subalterne ai poteri forti e oggi soggette all’intervento della magistratura.
d) al fine di aprire una nuova stagione delle autonomie locali, il PRC considera essenziale che i programmi siano il fondamento delle alleanze e non semplici corollari. A tal fine considera vincolante il rispetto delle seguenti discriminanti generali prioritarie: a)l’assunzione della difesa dei redditi più bassi e della lotta al carovita come priorità dell’azione di governo (attraverso l’attivazione di adeguate scelte in tema di servizi pubblici, politica tariffaria, assistenza sociale); b) la salvaguardia del patrimonio pubblico e delle funzioni pubbliche, il rifiuto delle privatizzazioni, la difesa rigorosa del patrimonio ambientale; c)l’assunzione di criteri rigorosi in tema di rispetto della legalità nell’amministrazione pubblica, e di trasparenza e controllo; d)il rifiuto di scelte di ispirazione securitaria, ispirate a logiche discriminatorie, razziste, xenofobe e quant’altro; e)l’allargamento delle pratiche partecipative (a partire dal diritto alla informazione e alla consultazione) e alla valorizzazione delle assemblee elettive nelle scelte politiche locali. Al fine di evitare i rischi di genericità e al fine di consentire al partito di adottare orientamenti omogenei, il Dipartimento Enti Locali fornirà alle strutture del partito indirizzi programmatici puntuali nell’articolazione dei punti precedentemente indicati.
e) Il PRC considera essenziale che i programmi, e conseguentemente le alleanze, siano il risultato, in primo luogo, di un confronto con le forze della sinistra e i movimenti sociali, che assumano quindi il carattere di intese fondate sui bisogni e la domanda sociale, che rappresentino un segnale di svolta e che indichino un orientamento esplicitamente alternativo a quello presentato dalle forze della destra. Il PRC è quindi interessato alla ricerca di alleanze con l’insieme delle forze del centro-sinistra, ma tale confronto deve partire dalle premesse sopra esplicitate. In ragione degli esiti del confronto stesso il PRC sceglierà realtà per realtà le modalità della partecipazione alle elezioni. L’esigenza di contrastare la destra a livello locale e la necessità di dare alle comunità locali governi democratici e di sinistra - che abbiamo ben presenti - non può significare, in ogni caso, l’accettazione supina di accordi privi della necessaria coerenza politica e programmatica.
f) Nella formazione delle proprie liste il PRC avvierà un ampio confronto interno e con le forze sociali esterne con l’obiettivo di scegliere candidati rappresentativi. In tal senso favorirà la presenza di rappresentanti della società civile, di espressioni dei movimenti, di indipendenti, rendendo disponibili il 50% delle candidature nelle proprie liste. Al fine di giungere a scelte condivise verrà promosso il più largo coinvolgimento della base del partito.
g) Al fine di garantire – nella prossima consultazione amministrativa – il successo delle liste di partito è essenziale la ripresa dell’iniziativa a livello locale. A tal fine, con particolare riferimento alle tematiche inerenti gli Enti locali, è urgente l’avvio di una iniziativa generale contro il patto di stabilità interna, per il superamento degli attuali vincoli, coinvolgendo amministratori e cittadini e sperimentando anche forme di disubbidienza. E’ altresì necessario che a partire da tale contestazione si sviluppi un dibattito sulle priorità da assegnare all’azione di governo anche a legislazione vigente.
Entro il mese di febbraio si terrà un’attivo nazionale sulle politiche locali, momento di approfondimento del dibattito e verifica della nostra iniziativa: sul terreno dell’opposizione alle politiche del governo, della qualificazione programmatica e del rapporto con i movimenti e la società civile, del quadro di alleanze.
Infine, si rende necessario che la ripresa di una iniziativa locale veda il coinvolgimento delle strutture locali del partito nella gestione delle iniziative generali promosse dal partito. In tal senso si segnalano alcuni ambiti di iniziativa per la loro rilevanza e per le connessioni con il governo locale: la lotta al carovita e per il sostegno dei redditi; l’iniziativa referendaria contro la legge Alfano, il sostegno alla mobilitazione sulla scuola, l’iniziativa contro la proposta di federalismo fiscale varata dal governo.
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Emendamento all’odg sulle amministrative presentato dalla segreteria
Sostituzione integrale punti c) ed e)
Il Cpn rileva come l’indicazione di una verifica rigorosa della nostra partecipazione ai governi locali fissata del documento approvato dal congresso nazionale sia stata in larga misura disattesa. Sia pure con positive eccezioni, rimangono prevalenti nel partito pratiche e concezioni subalterne sul tema delle alleanze locali, come sopra esposto. Tali pratiche e concezioni attraversano il nostro partito in maniera trasversale agli schieramenti interni, come dimostrano fra gli altri gli esempi della Calabria, della Campania, della provincia di Milano, di Torino, di numerosi governi locali dell’Emilia Romagna, ecc.
Emerge ancora una volta l’intreccio indissolubile fra il Pd e i poteri forti della rendita, del profitto, poteri che hanno potuto imporre in questi anni la loro politica predatoria in tema di mercato immobiliare, servizi pubblici, gestione del territorio. Un intreccio documentato anche dagli atti di alcune delle inchieste che oggi si abbattono su numerose amministrazioni di centrosinistra su cui, al di là di quelle che saranno le risultanze giudiziarie, va espresso il nostro autonomo giudizio politico.
Parallelamente registriamo l’ulteriore evoluzione politica negativa del Pd, sostanziata non solo dalle aperture all’Udc ma anche dalla spinta della quale si è reso protagonista il sindaco di Torino, a costituire un “partito del nord” apertamente volto a competere con la Lega sul suo stesso terreno.
Da questi elementi di fondo, oltre che dal quadro economico e normativo sopra esposto, deriva la necessità di ricollocare il nostro partito in una posizione di opposizione anche rispetto a quei governi locali che si rendono strumento cosciente di tale intreccio di potere con gli annessi risvolti economici (privatizzazioni, precarizzazione, tagli, ecc.), politici e anche giudiziari.
Il nostro partito deve aprire una discussione limpida e senza reticenze su questa prospettiva, sia riguardo alle alleanze in essere che alle imminenti scadenze elettorali, assumendola non come fatto burocratico, ma come leva per aprire una vasta interlocuzione con i movimenti di lotta, con tutte le realtà che si muovono in una prospettiva antagonista e conflittuale, come strumento per ricostruire quei legami di massa oggi più che mai necessari per condurre una azione efficace di contrasto alla crisi e alle sue conseguenze nei territori.
Claudio Bellotti,
Marco Veruggio,
Alessandro Giardiello,
Patrizia Granchelli,
Simona Bolelli,
Sonia Previato,
Ali Ghaderi
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