È evidente infatti che le ragioni di questa sconfitta affondano certamente nella sconfitta subita dal Prc e dalla sinistra durante il governo Prodi con il voto ad una serie di provvedimenti antioperai, a partire dal Protocollo sul Welfare ma a queste motivazioni se ne aggiungono certamente altre di carattere locale. Le motivazioni vanno ricercate nel lungo corso governativo che il Prc da oltre 15 anni intraprende a livello locale e che, come già abbiamo denunciato più volte in vari articoli, ha portato all’interno del Prc logiche aliene alla classe lavoratrice, con una crescita di iscritti data da logiche spesso ai limiti della clientela, e un crollo del radicamento operaio e territoriale. La questione rifiuti e la permanenza nella giunta Bassolino, riconfermata anche dopo le elezioni dal gruppo dirigente che ha fatto un rapido dietrofront rispetto ad alcune pur timide dichiarazioni della campagna elettorale, ha certamente pesato, così come l’appoggio dato al Superpoliziotto De Gennaro cui si è sommata la disponibilità ad aprire la discarica di Pianura, poi scongiurata solo grazie alla chiusura della stessa da parte della magistratura.
A questi gravi e reiterati errori si è aggiunta una campagna elettorale sulla difensiva, che dimostrava il distacco dalla classe lavoratrice, scandita a suon di aperitivi e distribuzione di cartine, condita dalle incessanti dichiarazioni dell’ex presidente della camera che lodava Marchionne “imprenditore produttivo che ha salvato la Fiat”, proprio mentre alla Fiat di Pomigliano i lavoratori vedevano incrementare produttività e sfruttamento con l’inaugurazione di una nuova stagione di licenziamenti politici e la rinascita di reparti confino, come dimostra la vicenda dei 316 sindacalisti e lavoratori combattivi spostati un nuovo reparto ghetto fuori dalla stabilimento.
Se consideriamo che a Napoli il piccolo risultato delle liste a sinistra dell’Arcobaleno è ancora più modesto di quello nazionale, dato Sinistra Critica, Pcl e Pc-ml sono appaiate al Senato tra lo 0,28 e lo 0,25 ed alla camera non arrivano allo 0,4 al pari di tutte le liste cosiddette minori, quello che appare chiaro è la necessità di ricostruire il Prc come partito di lotta e di opposizione a Berlusconi e Veltroni iniziando con le dimissioni della segreteria provinciale e regionale e collocandosi da subito all’opposizione di sassolino e della Iervolino.
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