Firenze
È rottura a Firenze, tra Rifondazione e Ulivo. La federazione fiorentina ha ufficializzato nel Comitato Provinciale del 24 marzo la decisione di non appoggiare la ricandidatura di Leonardo Domenici, attuale sindaco della città, imposto di fatto dai Ds alla coalizione di centrosinistra ancor prima di discutere di programmi.
Mentre scriviamo sono inoltre stati sospesi anche gli accordi già presi nelle altre città toscane: la ragione sarebbero i “pregiudizi” che alcune forze dell’Ulivo (leggi Margherita, Sdi e una parte dei Ds) avrebbero nei confronti di Rifondazione.
Sarà comunque improbabile vedere un candidato comunista in lizza per la poltrona di sindaco del capoluogo toscano: la tendenza che sembra prevalere nel partito fiorentino, come conferma anche l’ultima riunione del Comitato cittadino (che riunisce i circoli del territorio comunale) è quella di sostenere la candidatura della docente universitaria Ornella Del Zordo, proposta dal Laboratorio per la Democrazia, versione locale (e ante-litteram) dei girotondi, che ha rotto con Domenici quasi in contemporanea con la scelta di Rifondazione. La stessa Del Zordo, in una recente intervista a Liberazione, ha auspicato un’intesa.
La scelta di correre (più o meno) in autonomia ha trovato l’appoggio della maggioranza del partito a Firenze ma non è stata indolore: in polemica con essa si è dimesso dalla Segreteria provinciale Alessandro Leoni, esponente di spicco de L’Ernesto toscano, che ha sottolineato, tra l’altro, il rischio per il partito di subalternità ad una minoranza intellettuale, quella del Laboratorio, né particolarmente di sinistra, né con un seguito di massa.
In effetti, se è in se sacrosanto il rifiuto di appoggiare un sindaco che, come presidente dell’Anci, ha avuto la brillante idea di manifestare contro il terrorismo insieme al centrodestra (alla moda bipartisan) due giorni prima della manifestazione per la pace a Roma (per non parlare dell’impronta decisamente liberista della sua passata amministrazione), il percorso con cui si è arrivati a questa scelta è stato tra i peggiori.
Rifondazione non è riuscita a sfruttare come avrebbe potuto le contraddizioni apertesi nel centrosinistra durante i lavori del Forum per Firenze, luogo di confronto tra partiti, movimenti e associazioni che ha prodotto su molte questioni (privatizzazioni in testa) posizioni distanti e più a sinistra dell’amministrazione comunale. Rifondazione era presente nel Forum con molti militanti e dirigenti, ma per lo più con la solita ottica movimentista che rende il partito incapace di agire come tale, dotato di una propria linea e che si propone come credibile sponda politica per le aree critiche: così abbiamo perso per strada le componenti con un reale radicamento di massa (sindacato in primis), tornate rapidamente all’ovile diessino.
Se si dovesse andare al ballottaggio, c’è inoltre il rischio che si raffazzi un apparentamento dell’ultima ora con l’Ulivo, sotto l’alibi di “sconfiggere la destra”, che renderebbe ancora meno comprensibile agli occhi dei militanti e degli elettori la linea del partito; mentre la posizione più corretta sarebbe quella di dichiarare fin da subito la nostra disponibilità a lottare coerentemente contro la destra reazionaria appoggiando il candidato della sinistra riformista in un eventuale ballottaggio senza fare nessuna alleanza organica e ribadendo la nostra autonomia nel futuro Consiglio comunale.