Un programma per difendere la scuola pubblica!
A un anno dall’uscita del primo documento dei "Comitati in difesa della Scuola Pubblica" (CSP), ci sembrava opportuno approfondire alcune tematiche, arricchire il nostro programma sulla base delle discussioni e delle esperienze di lotta recenti.
Abbiamo deciso di produrne uno nuovo, con l’intento di aiutare i compagni nel loro intervento nelle scuole, nei collettivi per la costruzione di nuovi Csp e, soprattutto, per offrire una base comune di discussione e di lotta per il prossimo autunno.
Da dove partire....
Anche quest’anno le mobilitazioni studentesche hanno attraversato tutt’Italia. La protesta ha avuto come punto d’incontro la riforma dell’esame di maturità, che ha unificato le lotte di zone differenti. Poi si è estesa alla questione dei finanziamenti alla scuola privata e alla riforma varata dal ministro.
Berlinguer ha mostrato il reale carattere della sua politica, spingendosi avanti come nessuno prima d’ora con l’apertura ai finanziamenti alla scuola privata e completando il progetto di Autonomia Scolastica.
La nostra analisi parte da qui, da un rifiuto dell’Autonomia Scolastica fino alla proposta di una piattaforma di rivendicazioni che diano un indirizzo alle lotte.
Ribadire il nostro no all’Autonomia significa sgombrare il campo da ambiguità create anche da molte strutture studentesche che ne chiedono una corretta applicazione. Significa capire che questo é il primo nemico da combattere. L’Autonomia comporterà un processo di privatizzazione graduale della scuola pubblica.
In un contesto di tagli, gli istituti sono costretti a ricorrere a qualsiasi mezzo per non chiudere. Gli espedienti migliori sembrano l’aumento delle tasse e la ricerca di sponsor che possano contribuire al bilancio degli istituti. Tutto sotto il controllo di presidi oculati e scrupolosi che si occupano di gestire come manager i contratti con le aziende e i rispettivi proventi. Una scuola asservita alla logica del mercato dove gli studenti diventano manodopera gratuita per le aziende nel nome della "formazione professionale". Si giustifica l’entrata dei privati nelle scuole sostenendo che lo Stato non avrebbe abbastanza soldi per mantenerle. Ma come spiegare i continui investimenti verso le scuole private ?
Gli istituti privati verranno a costare allo Stato non meno di 1500 miliardi l’anno. La cifra corrisponde, guarda caso, ai fondi tagliati annualmente in media alla scuola pubblica!
Questi progetti si inseriscono nell’intento più ampio che alla lunga porta allo smantellamento della scuola di massa.
Ogni taglio aumenta la selezione di chi può permettersi di continuare o di intraprendere gli studi. La selezione di classe esiste, nonostante la campagna demagogica degli studenti di destra o della stampa che ne negano l’esistenza! I dati parlano chiaro: su 100 figli di operai 1,4 arriva alla laurea e 33 al diploma, mentre su 100 figli di imprenditori, 6 si laureano e 57,4 si diplomano. Per chi non ha una situazione familiare agiata diventa impensabile andare avanti negli studi, in classi sovraffollate e senza corsi di recupero.
Un Ministro della Pubblica Istruzione con la volontà di garantire il pieno diritto allo studio non potrebbe che partire da un piano di finanziamenti, di assunzione di docenti, riduzione degli alunni per aula e abbattimento dei costi di studio tramite la riduzione delle tasse scolastiche. Ma Berlinguer e company non si sono sognati lontanamente di intraprendere questa strada, e pur lamentandosi della mancanza di soldi, hanno deciso di finanziare la scuola privata, la scuola dei ricchi.
Un programma per le lotte? Discutiamone!
Il compito fondamentale del movimento studentesco è comprendere questa logica e contrapporne un’altra: quella di una scuola di massa, laica, gratuita e democratica, che permetta a tutti il libero accesso all’istruzione, indipendentemente dalle proprie possibilità economiche.
Queste sono alcune anticipazioni del nostro nuovo documento che tratta rivendicazioni come i "20 alunni per aula, no al caro libri, abolizione di trimestri e pagellini" ecc., collegando il problema della scuola al problema di una società che afferma la logica del profitto su tutto e che si dimentica dei giovani, degli anziani, dei lavoratori e delle loro famiglie, a cui vengono ridotti i salari e impedita la possibilità di una vita decente.
Abbiamo deciso di ritardare la stampa del documento a maggio. Fino a quel momento la bozza sarà a disposizione degli studenti. Sarà una base di discussione in diverse realtà d’Italia e sarà possibile farci arrivare suggerimenti, opinioni e integrazioni sul testo attuale.
La forza espressa dal movimento studentesco negli ultimi anni è notevole. Eppure non è stata seguita da risultati proporzionati agli sforzi messi in campo. 5 anni di lotte hanno rallentato il processo di smantellamento della scuola di massa ma non l’hanno fermato. L’attivismo di migliaia di studenti, in sè, è una condizione necessaria ma non sufficiente a vincere la nostra lotta. Dobbiamo armarci di un programma con cui riempire di contenuto la protesta, su cui promuovere l’unità a livello nazionale delle nostre mobilitazioni. In passato abbiamo assistito a lotte isolate tra di loro. Queste forme di protesta sono il genuino riflesso dell’esasperazione che si respira nelle scuole, bisogna capirlo. Però solo uniti, organizzati sulla base di un programma alternativo alla politica di Berlinguer vinceremo.
Per questo proponiamo che il documento sia una base di discussione da subito a livello locale in più scuole e con più studenti possibile, per dar vita in autunno ad una conferenza di tutti i "Comitati in difesa della scuola pubblica" e di tutte le realtà studentesche che ne condividono le tesi.