Evidentemente anche la fantasia e la creatività di lorsignori è in via di esaurimento. Dopo le definizioni altisonanti e gli inglesismi utilizzati in questi anni oggi si ritorna alla parola stabilità, tanto auspicata dalla trojka europea, dalle banche e dalla classe dominante del belpaese.
Il loro è anche e soprattutto un auspicio politico vista la grande instabilità delle larghe intese di Pd e Pdl che però, come questo ed altri provvedimenti dimostrano, sono come sempre d'accordo nel colpire i lavoratori, i giovani, i precari, i pensionati e nel distruggere i servizi sociali.
Ennesimo massacro sociale
Il ricordo di Letta che in maniera ridicola, in conferenza stampa, spende e spande belle parole sugli ipotetici soldi che verranno elargiti nelle buste paga dei lavoratori, farà aumentare il livello di rabbia sociale che già oggi cova sotto la superficie. Dell'operazione di ridurre il cuneo fiscale, ossia la differenza tra stipendio lordo e il netto in busta paga (i tanto decantati pochi euro in più in busta paga) non si accorgerà proprio nessuno.
Sono previste, in aggiunta ai tagli previsti nelle manovre finanziarie degli ultimi anni e alla Spending Review, 24,6 miliardi di entrate nel trienno, di cui 16,1 Mld di altri tagli alla spesa pubblica. Nel contempo, però, sono previsti sgravi fiscali per le imprese che, assieme al cuneo fiscale, mette in tasca alle imprese circa 2 mld di euro. Grazie a questa legge potranno risparmiare sull'IRAP dai 7 ai 21mila euro per ogni dipendente. Questo maxi sconto sulle assunzioni si potrà sommare ad altri bonus già previsti. Ancora una volta, c'è chi paga e chi guadagna!
850 milioni, inoltre, andranno alle spese militari all'estero.
Altro che soldi in busta paga, sono previsti tagli per 20 mld di euro fino al 2017 attraverso la riduzione di agevolazioni, detrazioni, esenzioni per spese sanitarie, mutui, spese di assistenza ai disabili, spese universitarie ed altro, con una riduzione dell'aliquota dal 19% al 17%. Per quanto concerne il fondo della Cassa Integrazione è previsto un incremento di soli 600 milioni, preparando, per il prossimo futuro, un disastro senza fine.
Per i pensionati, che non possono fruire della riduzione del cuneo, si parla di un incremento di tasse fino a 144 euro per una pensione netta di 900 euro mensili.
Tagli, tagli, tagli
La distruzione del settore pubblico, in tutti i suoi aspetti, prosegue inesorabile. E' previsto un taglio di circa un miliardo di euro per tutti i ministeri, altri 2 Mld di rivisitazione della spesa, da decidersi entro il 2014, saranno a carico delle amministrazioni pubbliche.
Viene ufficialmente bloccato il Contratto Nazionale per i dipendenti pubblici anche per il 2014 e viene stabilita la non erogazione dell'Indennità di Vacanza Contrattuale (circa 9 euro al mese) fino al 2017. Questo fa supporre, nemmeno tanto velatamente, che il blocco degli stipendi dei dipendenti pubblici è previsto, appunto, fino al 2017, per un totale di 8 anni. Si calcola, una perdita complessiva del potere d'acquisto dei lavoratori pubblici considerato i valori IPCA (un paniere che non comprende valori di prima necessità, e quindi un calcolo assolutamente sottostimato) del 15-16%. É previsto il blocco del turn over anche per gli anni 2015/16/17. Questo si tradurrà in un licenziamento di massa dei precari visto che la bufala della “legge per la stabilizzazione” legava l'assunzione dei precari ai concorsi futuri.
Si prospetta il taglio del 10% degli straordinari che, col blocco delle assunzioni, in particolare in alcuni settori come la sanità, si tradurranno in straordinari non pagati. É prevista la dilazione del pagamento del Tfr/Tfs fino addirittura a 4-5 anni.
Sciopero di 4 ore, una risposta ridicola
Tutto questo non produce alcuna risposta adeguata da parte dei Sindacati. 4 ore di sciopero articolati territorialmente e chi s'è visto s'è visto. Il risultato di una mediazione tra Cgil, Cisl e Uil. Lo sciopero è unitario si dice, e l'unità è un valore. E chissenefrega se poi lo sciopero non conta nulla e gli attacchi andranno avanti senza colpo ferire.
Sarebbe interessante capire dalle segreterie nazionali di queste organizzazioni come si può scioperare 4 ore in settori nei quali già scioperare è praticamente impossibile.
Prendiamo l’esempio della sanità. Che ci vadano loro in una Sala Operatoria ad interrompere un intervento operatorio una volta scoccata l’ora d'inizio dello sciopero, ci provino loro a fare delle programmazioni di visite ambulatoriali (per citare solo alcune aree sanitarie dove un barlume di possibilità di scioperare è ancora rimasta) solo per una parte di giornata. Il risultato sarà che sciopereranno sempre meno persone, il governo non sarà disturbato, loro potranno dire che il rubinetto della lotta lo hanno aperto e i lavoratori crederanno sempre meno nell'arma dello sciopero. Fine delle trasmissioni. É per caso questo il loro obiettivo?
É un nuovo tassello che si aggiunge nel quadro della sfiducia generalizzata in un gruppo dirigente sindacale non più all'altezza dei loro compiti.
Alla stabilità del governo la risposta deve essere quella di rompere la pace sociale sulla base dello sviluppo della lotta di classe nel prossimo periodo. Per questa ragione parteciperemo anche a questi scioperi proclamati “così per fare”. Anche mobilitazioni che partono da una piattaforma arretrata e organizzati con modalità discutibili infatti possono essere l'inizio di una presa di coscienza di massa, oggi più necessaria che mai.