La Spagna continua la sua corsa verso il baratro. Negli ultimi anni la crisi economica ha gravato pesantemente sulle condizioni dei lavoratori e, in particolar modo, dei giovani. Mentre un pugno di persone continua ad arricchirsi, la disoccupazione coinvolge il 26% (pari a 6 milioni) della popolazione attiva e il 55% dei giovani. Questa contraddizione emerge ancor più con il caso di scandali per corruzione che coinvolgono i principali vertici della politica e dello Stato.
Oggi in Spagna si manifesta con estrema chiarezza la vera funzione della democrazia borghese e dello Stato: da un lato i lavoratori della compagnia aerea Iberia manganellati e arrestati durante lo sciopero contro 3.800 licenziamenti (il 19% dell’intero organico), dall’altro c’è al governo un manipolo di persone sostenute, legalmente o illegalmente, dalle principali aziende spagnole, che, nel frattempo, fanno profitti e licenziano.
da dove viene la Corruzione
Marx spiegava come il sistema sia basato sulla mercificazione dei prodotti e delle persone che porta ad una fitta trama di corruzione e prostituzione generali. Quello che stiamo vedendo, con il recente caso di corruzione dei principali dirigenti del Partito popolare (Pp) attualmente al governo in Spagna, è il sistema in cui dietro agli appelli “siamo tutti sulla stessa barca”, “dobbiamo fare tutti dei sacrifici” ecc., si nascondono proprio le persone “rispettabili” sostenute da imprenditori e banchieri. Questo è il modo che permette alla borghesia di continuare con l’austerità, con le privatizzazioni, con la distruzione dell’istruzione e la sanità pubblica e con il salvataggio di banche e imprese private.
Il 31 gennaio El País pubblica dei documenti che dimostrano come dirigenti del Pp abbiano ricevuto negli ultimi vent’anni regolari finanziamenti dalle principali aziende spagnole, in particolar modo imprese di costruzione coinvolte in lavori pubblici. Luis Bárcenas, direttore finanziario del partito per vent’anni e tesoriere nel 2009, è sotto accusa per avere un conto segreto in una banca svizzera di 22 milioni di euro.
Che i ricchi borghesi paghino, legalmente o illegalmente, per far governare chi tutela i loro interessi, non è una sorpresa. Ma tutto questo diviene molto più insopportabile quando di mezzo ci sono milioni di persone senza lavoro, che vengono sfrattate dalle loro case, che non riescono a farsi curare o a mandare i figli a scuola. Lo scandalo coinvolge tutti i principali dirigenti del Pp: l’attuale primo ministro Mariano Rajoy, tutti i segretari generali del partito dal 1997, il presidente del Senato García Escudero e molti altri deputati parlamentari.
Da dove provengono questi soldi? Sono sotto inchiesta molti amministratori delegati di aziende spagnole che fanno parte dell’indice di borsa Ibex 35, che hanno beneficiato di contratti per lavori pubblici, quali strade, autostrade e grattacieli. Da questa singola trama di corruzione sta venendo a galla tutto il marciume della classe dirigente: in mezzo c’è il partito populista di destra UPyD che si presenta dicendo di essere “né di destra né di sinistra” (e fa proprio appello, nel programma, alla lotta contro la corruzione); un parlamentare del partito nazionalista catalano (Udc) è accusato di prendere soldi dalla mafia russa e anche la monarchia si fa trovare con le mani in pasta con il genero del re Juan Carlos, accusato di utilizzare soldi pubblici per i propri interessi.
Un governo di unità nazionale?
In tutto questo vediamo come, tra le fila della borghesia spagnola e internazionale, crescono gli appelli per la pulizia dei corrotti dai vertici dello Stato oppure quelli all’unità nazionale per affrontare la crisi. I recenti governi tecnici e di unità nazionale di Italia e Grecia dimostrano proprio come questi non siano affatto un baluardo della difesa delle condizioni di vita di milioni di persone.
Il problema principale della classe dominante è quello di avere un governo forte in grado di continuare con l’austerità e gli attacchi alla classe lavoratrice. Il Partito socialista (Psoe) si rende disponibile ad un governo di unità nazionale e chiede, per voce del leader Rubalcaba, più trasparenza “per essere in grado di chiedere al paese i sacrifici”.
Il Psoe si è speso moltissimo quando era al governo per portare avanti i peggiori attacchi ai lavoratori, e oggi si rende disponibile per fronteggiare l’instabilità politica, la quale sta diventando un problema per l’euro e per gli interessi della borghesia: la Spagna non è la Grecia e un default della Spagna sarebbe molto più traumatico per la classe dominante mondiale. Non è un caso che l’ambasciatore Usa, Alan Solomont, faccia appello all’unità contro la corruzione e Draghi organizzi un meeting a porte chiuse con tutti i gruppi parlamentari.
Negli ultimi sondaggi, mentre il Pp perde il 15% dei consensi in poco più di un anno, arrivando al 29,8%, il Psoe continua il declino perdendo un ulteriore 5,4% con il peggior dato di sempre (23,3%). Agli occhi delle masse questi sono i partiti dell’austerità, degli attacchi più pesanti alla classe lavoratrice e gli strenui difensori degli interessi della borghesia.
Un cambiamento di coscienza
Cresce invece il consenso di Izquierda unida (Iu), che arriva al 15,6% guadagnando 8,7 punti percentuali dal novembre 2011, che va di pari passo con la radicalità delle masse spagnole. Negli ultimi anni la disponibilità a lottare da parte di giovani e lavoratori non è mai mancata: prima il movimento spontaneo degli Indignados, poi la lotta dei minatori che ha trovato la solidarietà in tutta la Spagna, e infine l’oceanico sciopero generale del 14 novembre. Nel 2012 ci sono state più di cento manifestazioni di protesta al giorno, senza contare i Paesi Baschi e solo in parte la Catalogna.
Secondo un sondaggio pubblicato da El País, il 73% dei cittadini ritiene che il Paese è sull’orlo di un’esplosione sociale a causa del livello di disoccupazione e povertà. Il livello di fiducia verso le istituzioni borghesi è ai minimi storici. Questo malcontento solo in minima parte si esprime verso il populismo legalitario, oppure verso l’antipolitica demagogica alla Grillo. Quello che vediamo è proprio l’opposto, ovvero la politicizzazione crescente delle masse, che si esprime con il consenso a Izquierda unida e una forte radicalità delle parole d’ordine nelle lotte. Questo avviene proprio perché lo scontro di classe in atto rende i lavoratori e le organizzazioni del movimento operaio protagonisti delle mobilitazioni.
Di recente si sono costituiti dei comitati di lotta molto radicali, come ad esempio la Piattaforma anti-sfratti (Pah). In questo momento i lavoratori del settore pubblico si stanno organizzando e mettono in campo delle lotte esemplari. Nel settore scolastico è in corso una lotta “Marea verde” contro la proposta di licenziamento di 4.502 lavoratori e non si esclude la possibilità di uno sciopero ad oltranza nel mese di giugno. Anche nella sanità la mobilitazione “Marea blanca” sta avanzando rapidamente contro chiusure e privatizzazioni di ospedali. Tutte queste mobilitazioni si concentreranno nella giornata del 23 febbraio dove, nell’anniversario del fallito golpe del 1981, si protesterà contro il “golpe de los mercados”.
A fronte di questa situazione, i vertici di Iu stanno chiedendo le dimissioni del governo e di arrivare subito alle elezioni. Questo è un sentimento condiviso dalla maggioranza della popolazione e va portato fino in fondo. C’è la necessità di unire questa rivendicazione con le lotte locali, le organizzazioni sindacali e le campagne in corso contro l’austerità. Non bisogna cadere nelle pericolosa idea che ci sia solo bisogno di più democrazia o di una politica più pulita.
La lotta che i giovani e i lavoratori stanno combattendo non è ideologica o etica ma materiale, una lotta tra classi contrastanti e per interessi contrastanti. La democrazia borghese sarà sempre regolata per governare gli interessi di una minoranza: coloro che detengono i mezzi di produzione. Ogni battaglia per una democrazia genuina deve partire in Spagna dall’espropriazione senza indennizzo delle compagnie di Ibex 35. Queste devono essere nazionalizzate e poste sotto il controllo democratico dei lavoratori, quindi della maggioranza a beneficio della maggioranza. Solo in questo modo si può unire la lotta contro la corruzione e la stato di cose esistente ad una lotta per il socialismo, l’unica vera forma di democrazia che possa mai esistere.