Contro la crisi capitalista, un’alternativa socialista e rivoluzionaria
Il 21, 22 e 23 novembre, si è tenuto ad Alcorcon, in Spagna, il congresso del Sindicato de Estudiantes (SE). Un congresso che avviene nel pieno della ripresa della lotta studentesca, in Spagna, come in tutta Europa.
Circa 200 gli studenti presenti, tra delegati e invitati dalle principali città della Spagna, a cui vanno aggiunte le numerose delegazioni internazionali di organizzazioni studentesche, dall’America Latina agli altri paesi d’Europa.
Le mobilitazioni del 22 ottobre e 13 novembre
Il congresso è iniziato con un bilancio dell’attività del Sindicato negli ultimi due anni, con particolare attenzione agli sviluppi recenti. Se nel nostro paese l’autunno è stato caratterizzato dal protagonismo del movimento studentesco in Spagna le cose non sono andate molto diversamente. Il governo Zapatero, nonostante il sostegno avuto alle urne da molti giovani e lavoratori, da un lato finanzia con 150.000 milioni di euro le banche, mentre dall’altro porta avanti politiche di privatizzazione e ridimensionamento della spesa pubblica, a partire dall’istruzione. Particolarmente sentita è la contrarietà al “Plan de Bolonia” e alla loro applicazione che comporterebbe una vera e propria espulsione dei figli dei lavoratori dalle università.
In questo contesto il Sindicato convoca due giornate di mobilitazione, alle quali partecipano, nella prima 40mila studenti mentre nella seconda più di 150mila con iniziative in 50 città. L’ambiente era particolarmente combattivo, e queste manifestazioni hanno avuto un grande effetto su tutta la classe lavoratrice. Risultati che non cadono dal nulla, senza una realtà organizzata e con un programma rivendicativo chiaro tutto questo sarebbe stato impossibile. è stato fatto un grande lavoro di preparazione, un dato su tutti: quasi 300 sono state le assemblee tenute in scuole e università.
Questo, per gli studenti spagnoli è solo l’inizio: oltre ai giovani, ci sono state altre manifestazioni importanti di lavoratori, in particolare contro la privatizzazione di sanità ed acqua: perché non unirle in un’unica lotta? Al congresso è stata approvata una risoluzione che chiede ai sindacati dei lavoratori la convocazione di uno sciopero generale di 24 ore, per difendere i posti di lavoro, i salari e i servizi pubblici.
Quale alternativa alla crisi capitalista?
Nel secondo e terzo giorno si è discusso su quale risposta è necessaria di fronte alla crisi internazionale. A giudicare dalla somiglianza degli attacchi fatti dai governi dei vari paesi, dall’Europa all’America Latina, la classe dominante è ben coordinata a livello internazionale: tagliare l’istruzione e lo stato sociale in generale, privatizzare, ridurre i salari, licenziare, utilizzando queste risorse per finanziare le grandi banche, i grandi monopoli e i grandi speculatori, cioè i responsabili stessi del caos economico e della crisi che stiamo attraversando. La borghesia per salvare i suoi privilegi sta tentando di imporre condizioni di vita da ‘800. Ma gli effetti della crisi economica stanno nello stesso tempo smuovendo le coscienze, a partire dalle giovani generazioni.
Questa crisi dimostra che il sistema capitalista non funziona; è necessario costruire un’alternativa all’altezza. Il Sindicato di certo non lo nasconde: la prospettiva è chiaramente marxista. Da questo consegue anche un approccio internazionalista alla lotta, culminato dalla sottoscrizione, da parte di organizzazioni studentesche di vari paesi, presenti al congresso, di una dichiarazione comune in difesa dell’istruzione pubblica e contro i piani di privatizzazione dove si afferma chiaramente: “L’alternativa è la lotta organizzata della classe lavoratrice e dei giovani, di tutti gli oppressi, fino a ottenere l’espropriazione dei banchieri, dei grandi monopoli, dei latifondisti e porre la ricchezza del mondo sotto il controllo della maggioranza della società. Questa è l’unica alternativa realista, l’espropriazione degli espropriatori, la costruzione delle basi di un’economia mondiale pianificata e socialista.” è questa l’alternativa per cui, anche qui in Italia, dovremo lottare.