Il 27 luglio scorso ci ha lasciato il compagno Giovanni Pesce. Aveva 89 anni e noi, più giovani, lo ricordiamo appassionato e sempre pronto a raccontare la sua vita così intensa e ricca di avvenimenti importanti, trovando sempre centinaia e centinaia di giovani ad ascoltarlo.
Pesce è vissuto in una grande epoca di rivoluzioni e controrivoluzioni e ne è stato pieno protagonista.
Nasce nel paesino di Visone in provincia di Alessandria nel 1918, emigra ancora bambino con la famiglia in Francia nella zona mineraria di Cévennes, a 14 anni entra anche lui in miniera, aderisce al partito comunista e a soli 17 anni si unisce alle Brigate Internazionali nella guerra di Spagna, dove combatte sul fronte di Saragozza, nella battaglia di Brunete e al passaggio dell’Ebro. Rientra in italia nel 1940 dove viene arrestato e successivamente inviato a Ventotene. Nel settembre del ‘43 è tra gli organizzatori dei Gap a Torino, i Gruppi di azione patriottica, e qui diventerà il leggendario comandante Visone. Sempre con i Gap l’anno dopo è a Milano dove è attiva la partigiana Sandra, Nori Brambilla, sua futura moglie.
Dopo la guerra, insignito della Medaglia d’oro al valor militare, sarà attivo nel Pci, consigliere comunale a Milano per oltre un decennio e nel 1991 aderisce a Rifondazione Comunista. Scrive libri, articoli, nei quali narra con la passione che gli è propria la spinta irrefrenabile di una generazione che non poteva tollerare oltre il fascismo e che era disposta a tutto per combatterlo.
Certo non possiamo condividere tutte le scelte politiche di Giovanni Pesce, in particolare la sua accettazione della linea stalinista dei partiti comunisti francese e italiano, con tutto quello che ne conseguì, particolarmente in Spagna, ma non possiamo sottrarci da una doverosa riconoscenza nei confronti di un combattente che non si è mai tirato indietro anche nelle battaglie più aspre.
Se c’è un messaggio, un ricordo di Giovanni Pesce che oggi deve rimanere impresso nella nostra memoria e di tutti i giovani e popoli oppressi è proprio questo: di fronte alle brutture del mondo, non volgere lo sguardo altrove, ma gettarsi nella mischia e combattere sempre, come diceva lui senza tregua, per un mondo diverso, per una società senza ingiustizie, per il socialismo.
Hasta siempre, comandante!