Scritti contro il nazismo (1930-33) di Lev Trotskij
di Claudio Bellotti
La scelta di ripubblicare questa selezione di scritti sul nazismo non nasce solo dal loro valore intrinseco, evidente a chiunque ne legga anche solo poche pagine.
La scelta di ripubblicare questa selezione di scritti sul nazismo non nasce solo dal loro valore intrinseco, evidente a chiunque ne legga anche solo poche pagine.
Con due nuove importanti iniziative editoriali potremo mettere a disposizione dei nostri lettori due testi fondamentali. Il primo non ha bisogno di presentazioni, trattandosi del Manifesto del partito comunista di Marx ed Engels. Il secondo volume contiene una raccolta dei principali scritti di Trotskij sull’ascesa del nazismo in Germania. Di seguito alcuni estratti della prefazione di Claudio Bellotti.
Con questo articolo di Lenin inauguriamo una sezione del nostro sito su una tematica, come quella religiosa, sempre presente nel dibattito all'interno della sinistra e del movimento operaio. I testi che pubblicheremo, scritti nella maggior parte dei casi oltre un secolo fa, conservano tutta la loro attualità e confermano la validità del metodo materialista
Il 21 novembre scorso, in occasione del congresso fondativo del Partito socialista unificato del Venezuela (Psuv), di fronte a 772 delegati in camicia rossa, rappresentanti 2 milioni e mezzo di iscritti, Hugo Chavez ha proposto di dar vita a una nuova Internazionale rivoluzionaria, la Quinta.
Nel 1947 le carceri italiane ospitavano più partigiani che fascisti. Il codice penale era ancora quello Rocco del 1930. L’amnistia Togliatti del giugno ’46, voluta dal capo del Pci (allora Ministro della Giustizia) per rafforzare l’alleanza con la Dc impegnata a riciclare l’apparato statale del periodo fascista, liberò gerarchi e spie dell’Ovra, torturatori e giudici del Tribunale della Razza.
Riflessioni sui rapporti tra comunisti, sistema giudiziario e lotta “per la legalità”
“La giustizia è come una tela di ragno:
trattiene gli insetti piccoli,
mentre i grandi trafiggono la tela
e restano liberi.”
(Solone, 638-558 aC., legislatore ateniese)