La generazione a noi precedente ci ha consegnato qualcosa di migliore avendo conquistato nuovi diritti, sempre con dure lotte, pagate spesso anche col sangue.
A ciò è seguita un’epoca di controffensiva della borghesia che ha fatto perdere molte conquiste sociali, avendo pesanti effetti sulle tasche dei lavoratori. Ovvia quindi una spinta verso l’emarginazione di nuovi strati della società ed ovvio pure il crescere dello spirito del volontariato, per alcuni una filosofia di vita all’interno di una società assente.
Privatizzazioni e cancellazione dello stato sociale portano la gente, se bisognosa, a servirsi dei servizi sociali solo se può tirar fuori i soldi di tasca propria. Se in passato lo Stato riservava quote lavorative a persone invalide, cosa vedremo ora che tante imprese statali passano in mano ad imprenditori? Chi pensa che gente interessata al profitto possa pagare lavoratori non redditizi al 100%?
Nonostante l’impegno gravoso di singoli volontari ed associazioni, al massimo si può tamponare una ferita che continua a sanguinare. Salari bassi e tagli allo stato sociale ed alle pensioni: queste le cose che i governi ci hanno dato rispondendo agli interessi padronali e senza adeguata reazione dei sindacati, intrappolati col metodo della concertazione. I volontari devono considerare un problema: l’aiuto che oggi viene dato a migliaia di persone non pone in essere la soluzione, c’è un problema nella società. Tamponare i problemi al momento può essere l’inizio ma pensare di fermarsi a ciò renderebbe sempre peggiore il futuro. Il limite del volontariato è di mettere in secondo piano la necessità di un cambiamento del sistema capitalista, responsabile di tutte le povertà.
I profitti favolosi delle multinazionali vanno di pari passo con una maggior disuguaglianza sociale sempre maggiore che rende pessimiste verso il futuro tante persone. Sotto il controllo capitalista le stesse missioni umanitarie vengono corrotte. L’anno scorso la Missione Arcobaleno ha dimostrato che l’interesse economico viene a porsi sempre un gradino più in alto delle persone. Possiamo pensare a casualità, a interessi di pochi in una struttura sana, ci pare però che forme di corruzione siano state presenti in ogni missione "umanitaria" (vedi Somalia) oltre che nella società in generale. Mi sembra che solo il rifiuto di voler costruire la propria ‘isola’ di pace sotto il capitalismo unito ad un intervento nei movimenti sociali può aiutarci a cambiare le cose in favore dei lavoratori e di tutti gli emarginati.