Il 24 ottobre del 2010, Fabio Fazio ha invitato nella sua trasmissione, in onda su RaiTre il sabato e la domenica (CHE TEMPO CHE FA), Sergio Marchionne. Eravamo ad otto giorni di distanza dalla più grande manifestazione di metalmeccanici degli ultimi 40 anni (quella del 16 ottobre, con 750mila persone a piazza San Giovanni) e l’ex conduttore di Quelli che il calcio chiama il più grande avversario della FIOM a spiegare che ‘togliere dieci minuti di pausa ai lavoratori della FIAT non è niente di eccezionale’ e che non ‘può essere questo il vero problema da trattare’.
L’atteggiamento di Fazio è quello classico da scendiletto, sembra quasi un’imitazione ben riuscita di Bruno Vespa.
Le proteste suscitate da questa ennesima vergogna della TV nazionale costringono Fazio ad invitare il segretario della FIOM, Landini, in una puntata che va in onda il 15 gennaio del 2011, pochi giorni dopo il referendum a Mirafiori dove il 45% di lavoratori hanno detto NO alla cura Marchionne.
Se l’amministratore delegato della FIAT era stato accolto con ‘grande onore’ come uno di quei rappresentanti dell’Italia che ‘fanno progredire questo Paese’, Landini viene presentato come il fomentatore di un casino spropositato di cui si fatica a comprendere la causa da cui possa essere scaturito.
Il fastidio opprimente suscitato in Fabio Fazio dalle ragioni dei lavoratori è ancora più evidente nell’intervista a Landini dell’11 dicembre dello scorso anno, infilata tra la trasmissione dedicata alla Marcegaglia e quella che verrà offerta a Monti.
Alla vigilia dello sciopero generale contro il governo tecnico, il conduttore trova assurdo che si possa scendere in piazza contro il massacro sociale voluto dai banchieri travestiti da ministri e chiede insistentemente a Landini (che ‘addirittura’ convoca 8 ore di sciopero, a dispetto delle sole 3 ore dichiarate da CGIL, CISL e UIL) se non teme di rimanere isolato e si fa paonazzo ad ogni parola pronunciata dal segretario dei metalmeccanici, arrivando a vietare impaurito gli applausi di un pubblico che, a differenza di quello che pensa lui, simpatizza con la causa che della FIOM.
Luciana Littizzetto, un altro personaggio che non si sa perchè viene invitato a feste e iniziative di sinistra, si chiede come mai Landini sia così arrabbiato, quasi come se fosse un isterico qualsisasi che esce alterato di casa la mattina perchè ha litigato con la famiglia a colazione.
A Fazio sta più simpatico Mario Monti, a cui dedica praticamente tutta la trasmissione dell’8 gennaio del 2012 dove, seguendo lo schema Vespa, si limita a quelle domande semplici semplici che possano innescare il comizio del degno successore di Berlusconi a Palazzo Chigi su quanto sia importante massacrare definitivamente il sistema pensionistico italiano, dimenticandosi naturalmente di chiedere al professore della Bocconi perchè tra le fila del suo governo c'era gente che si fa pagare le vacanze, naturalmente senza saperlo, dalla cricca degli appalti del G8 e dei mondiali di nuoto.
Lo squallore della televisione italiana è una brillante espressione della decadenza della classe dirigente del capitalismo italiano e Fabio Fazio, lungi dall’essere un esempio che si stacca da questo grigiore, come spesso a sinistra si è equivocato, è perfettamente adeguato a questo marciume.