Il 4 marzo i ricercatori della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Parma hanno aderito alla protesta nazionale contro il Ddl Moratti.
L’assemblea ha visto una partecipazione considerevole di studenti, particolarmente interessati. Il Csu è stata l’unica organizzazione studentesca presente che ha prodotto un volantino in sostegno alla lotta dei ricercatori; per questo siamo stati subito invitati ad esporre i nostri contenuti. Abbiamo quindi portato il dibattito sul tema più generale degli attacchi al diritto allo studio e dello smantellamento dell’istruzione pubblica, conseguenze delle leggi di autonomia come la Riforma Zecchino. Abbiamo inoltre rivendicato la necessità di essere coordinati a livello nazionale e, cosa non meno importante, l’unità fra studenti, ricercatori e personale tecnico-amministrativo. Le altre forze studentesche non si sono presentate.
I ricercatori, la maggior parte dei quali svolge anche compiti di docenza, hanno deciso di attuare il blocco della didattica per una settimana, continuando però ad essere presenti in aula per organizzare assemblee-dibattiti con gli studenti sullo stato dell’istruzione pubblica e su come continuare la lotta. Abbiamo visto molta disponibilità alla lotta, principalmente da parte degli studenti. Però tutto queste cose non sono sufficienti: c’è bisogno di una strategia corretta. Solamente un coordinamento nazionale che proponga forme di lotta radicali come il blocco della didattica in tutte le università italiane, potrà realmente fare male alla Moratti e costringerla a ritirare il suo Decreto. Questa sarà la posizione che porteremo alla discussione nei prossimi appuntamenti di lotta.