Come ogni anno gli studenti della Statale, tornati dalle vacanze, hanno trovato una piccola sorpresa: le tasse sono aumentate. Il pagamento delle tasse universitarie è diviso in due rate: la prima uguale per tutti gli studenti, la seconda, legata al reddito. Negli ultimi 5 anni la prima rata è passata da 459 a 551 €, con un aumento del 16% solo negli ultimi due anni. Quest’anno, il rincaro è stato addirittura di 56 €. (vedi tabella A). Ovviamente, essendo la prima rata uguale per tutti, questi aumenti pesano in particolar modo sui redditi più bassi.
Quest’anno però le sorprese non finiscono qui. Il Consiglio d’amministrazione dell’ateneo ha cambiato il criterio di calcolo della seconda rata, fino all’anno scorso basato su “fasce di reddito”. Il nuovo sistema sostengono sia studiato per “ridistribuire l’onere dei contributi in modo più equo tra gli studenti”, come osano scrivere sulla nota informativa per il rinnovo dell’iscrizione.
Il risultato di questa equità è stato un aumento generalizzato delle tasse ed esponenziale per i redditi più bassi e per le famiglie più numerose. L’anno scorso uno studente di Lettere e Filosofia che rientrava nella prima fascia di reddito, la più bassa, era esentato dal pagamento della seconda rata. Quest’anno paga tra i 210 ed i 231 € (vedi tabella B).
In tutto l’ateneo il rincaro medio della seconda rata è per la prima fascia del 406%, con un picco del 608%; per la seconda fascia del 275%, con una punta del 497%; per la terza fascia, infine, dell’89%, fino ad un massimo del 164%. Per i redditi più alti gli aumenti sono di entità decisamente minore e in alcuni casi assistiamo addirittura a delle diminuzioni.
Questi aumenti, che gravano soprattutto sui redditi dei figli dei lavoratori, dimostrano una precisa strategia politica: espellere dall’università chiunque non abbia TANTI soldi da dedicarle. Questi rincari peseranno soprattutto sugli studenti-lavoratori, che oltre ad essere penalizzati durante l’anno accademico da obblighi di frequenza e concentrazioni delle sessioni d’esame, ora vengono colpiti direttamente. Di fronte a questo attacco gli studenti non possono stare in silenzio, ma devono passare al contrattacco. Come Collettivo Pantera non potremo che sviluppare nell’immediato una campagna contro una simile vergogna. Non sappiamo ancora -mentre scriviamo- se tra gli studenti prevarrà lo sgomento, la rassegnazione o la voglia di lottare. Una cosa però è chiara: il nostro ruolo dovrà essere quello di batterci fino in fondo perché prevalga quest’ultimo stato d’animo.