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Cenni sulla storia dell’estrema sinistra in Italia

Lo scopo di questo testo non è quello di fornire una storia del Pci e dei gruppi che sorsero alla sua sinistra a cavallo degli anni ’60 e ’70. L’obiettivo è invece quello di tentare di trarre un bilancio politico del biennio ’68-’69.

Si dice spesso che la storia viene scritta dai vincitori, e non sono mancate negli anni ’80 e ‘90 le "interpretazioni" del ’68 come origine del terrorismo, gazzarra di studenti svogliati e di operai senza voglia di lavorare, causa prima e ultima di tutti i mali della nostra società.

La ripresa delle mobilitazioni operaie alla fine degli anni ‘60 fu generalizzata in tutta Europa. Il maggio ‘68 francese e l’autunno caldo in Italia furono le punte più avanzate di un movimento che sconvolse l’intero continente.

In Belgio alla fine degli anni ‘60 ci fu una crisi profonda dell’industria carbonifera che venne utilizzata dal padronato per ricattare i minatori con la minaccia dei licenziamenti.

Prima del ’68

Gli anni ‘50 furono anni di forte repressione padronale e di arretramenti costanti per la classe operaia. Solo alla Fiat vennero licenziati 3000 lavoratori comunisti e nei fatti la Cgil era ridotta in fabbrica alla semiclandestinità.

Nella primavera del ‘60 Gronchi affidò l’incarico per formare il governo a Tambroni uomo "d’ordine" come lui stesso amava definirsi; il suo governo ottenne il voto di fiducia in Parlamento grazie ai monarchici e al Msi. I fascisti si sentirono così legittimati e nel giugno del ‘60 convocarono il loro congresso a Genova dove venne annunciata la presenza di Basile, ultimo prefetto di Genova durante la Repubblica di Salò e responsabile della morte e della deportazione di operai e comunisti genovesi.

Prima del ‘68

A Trento la facoltà di Sociologia è paralizzata per quasi tutto l’anno accademico ‘66-’67

febbraio ‘67 - Gli studenti universitari di Pisa occupano il Palazzo della Sapienza e diffondono il documento noto come le "Tesi della Sapienza

17 novembre 1967 - Gli studenti occupano l’Università Cattolica di Milano.

Per ragioni anagrafiche chi scrive non può certo dire di aver fatto il ‘68. Non abbiamo una "conoscenza diretta" di quel periodo, ma "libresca" basata sulle cose scritte da altri e sulle testimonianze di quei militanti che furono tra i protagonisti in quegli anni.

Questo è certamente un limite perché si corre il rischio di prendere delle cantonate (e ci è capitato di prenderne nel passato su questo argomento) e di essere condizionati dalle opinioni di chi su quest’argomento ha scritto e scrive, che spesso non sono i militanti di base ma i leader di quegli anni, i quali necessariamente raccontano dei fatti "filtrati" dalla loro visuale, dalle loro opinioni politiche, dalle necessità contingenti.

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