Egitto - Falcemartello

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Il 30 giugno in Egitto si è tenuta quella che la BBC ha definito la più grande manifestazione della storia dell’umanità. Milioni di persone sono scese in piazza (e ci sono rimaste) per chiedere le dimissioni di Mursi, il presidente egiziano eletto un anno fa, e ribadire quelli che erano gli obbiettivi della rivoluzione del 25 gennaio: pane, lavoro, giustizia sociale.

In Egitto, ormai sparito dalle telecronache dei nostri media, continuano i fermenti rivoluzionari. Le condizioni di vita sempre più precarie palesano il fallimento dei Fratelli musulmani alla guida del paese e le loro politiche mostrano in modo chiaro la loro vera natura.

Tra il 15 e il 22 dicembre 2012 si è svolto in Egitto un referendum per l’approvazione della controversa proposta di Costituzione, referendum organizzato in fretta e furia (così come la stesura definitiva del testo costituzionale) dal presidente Morsi. La nuova Costituzione è stata fortemente osteggiata dalle opposizioni politiche di sinistra, liberali e cristiane del paese per la forte impronta islamista del testo.


Mentre scriviamo in piazza Tahrir sono rimaste parecchie migliaia di manifestanti, dopo la grande manifestazione di martedì 27, quando nella piazza simbolo della rivoluzione egiziana si sono raccolte centinaia di migliaia di persone al grido di: “rivoluzione”, “via il governo del murshid”( la guida suprema del movimento dei Fratelli Musulmani).

Il 30 giugno Muhammad Morsy è diventato ufficialmente il primo presidente egiziano eletto dalla cacciata di Mubarak; il giorno precedente aveva tenuto il primo discorso in piazza Tahrir. Chi è Muhammad Morsy? Candidato dei Fratelli musulmani, laureato in ingegneria, è stato parlamentare dal 2000 al 2005 (eletto come indipendente, non essendo legale il movimento).

Il 23 e il 24 maggio in Egitto si sono tenute le prime elezioni presidenziali dalla cacciata di Mubarak. E se dal voto sembra emergere uno scenario che il “The Guardian” definisce da incubo per molti egiziani, è necessario analizzare il risultato per capirne meglio i risvolti e come si inserisce nel processo rivoluzionario.

Una delle caratteristiche principali di una situazione rivoluzionaria è la repentinità con la quale lo stato d'animo delle masse può cambiare. I lavoratori imparano rapidamente sulla base degli  eventi. E gli eventi delle ultime ventiquattro ore dimostrano che i lavoratori e i giovani d'Egitto stanno imparando in fretta.

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