Scuola - Falcemartello

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Il 25 ottobre in piazza a Roma ci siamo sentiti al posto giusto, e un po’ soli. Non fraintendete: non ci sentivamo per nulla soli nell’abbraccio della classe lavoratrice che si risvegliava dall’inverno coatto di questi anni, quando il nostro spezzone studentesco veniva accolto fra i metalmeccanici della Fiom in piazza Esedra, quando lungo tutto il corteo in tanti si giravano per vedere chi fossero questi giovani che dal primo all’ultimo minuto scandivano uno slogan dopo l’altro, per l’unità studenti-lavoratori, contro il Pd, per lo sciopero generale.

Con l’anno scolastico 2014-’15 entra a regime la famigerata riforma Gelmini che porta alla definitiva scomparsa dal panorama scolastico di alcune materie e al depotenziamento di numerose materie d’indirizzo. Già nell’anno scolastico 2012-13 con quella riforma scomparvero decine di migliaia di posti di lavoro, insieme alla riduzione drastica dei fondi per gli istituti scolastici.

Nella sonnolenta pianura Maremmana, nel Sud della Toscana, la crisi sta colpendo duro: sono chiusi i pochi stabilimenti industriali presenti sul territorio, l’università si appresta a chiudere i battenti e la disoccupazione giovanile ammonta al 60 per cento. In questo clima in cui si vede il pieno degrado del sistema capitalista, in una città in cui l’unica organizzazione studentesca esistente (riformista e filopadronale) si gira dall’altra parte e si rifiuta di attuare ogni possibile strategia di lotta, nasce il collettivo di Sempre in lotta “Pugno chiuso”, per dare una scossa all’immobilismo che ci circonda. Promuoveremo una radicalizzazione delle lotte contro le riforme che il governo confindustriale guidato dal fantoccio Renzi sta attuando contro studenti e lavoratori.

L’ennesimo passo indietro rispetto allo sperato distacco dalla Chiesa cattolica verso una dimensione di Stato completamente laica e libera è stato messo nero su bianco il 26 giugno scorso dal Ministero dell’economia del governo Renzi: le attività nell’ambito dell’educazione e della sanità gestite dal Vaticano saranno esenti dal pagamento della Tasi e dell’Imu. Proprio l’Imposta municipale unica che ha, in qualche modo, sostituito l’Ici; proprio quella che ha fatto ulteriormente tirare la cinghia a intere famiglie di lavoratori e studenti, non sarà un problema per la ricca “Santa” sede che non dovrà preoccuparsi del pagamento dell’imposta introdotta dal governo Monti.

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