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Documento politico finale del secondo documento al
Coordinamento nazionale Giovani comunisti del 18 aprile 2010
 
L’esito delle elezioni regionali costituisce una bocciatura senza appello della linea politica proposta dal partito e dalla maggioranza dei Gc alla conferenza nazionale di Pomezia. Rispetto alle europee perdiamo complessivamente circa 300mila voti (il 32%), con risultati particolarmente negativi in Lombardia e in Campania. Laddove la Fds si e’ presentata in coalizioni di centrosinistra il risultato non e’ stato positivo, considerati i risultati negativi in Emilia Romagna, Calabria, Piemonte etc… In Campania e in Lombardia la scelta della Fds di presentarsi in modo autonomo dal centrosinistra non e’ stato il frutto di una volontà di rottura, ma solo la conseguenza della scelta del Pd di non averci in coalizione.

Milano è tra le poche realtà in tutta Italia dove i Gc non solo hanno reagito alla scissione vendoliana ma hanno anche votato la propria ricostruzione. A distanza di sette mesi possiamo dire che le aspirazioni della base erano ben fondate: i Giovani comunisti di Milano sono rinati e si affacciano in questo autunno con la prospettiva di rafforzarsi.

Dal letame nascono i fiori. Nessuno se ne abbia a male se prendiamo a prestito questa stupenda strofa. è forse colorita, ma in fondo vuole essere un auspicio per il futuro. Nessuno vorrà negare infatti che la pagina scritta dalla nostra organizzazione - i Giovani Comunisti - nel 2009 è una delle peggiori della storia del partito.

Se vogliamo guardare in faccia la realtà per quel che è, non possiamo che partire da questa constatazione: i Giovani Comunisti (Gc), struttura giovanile di Rifondazione, sono ridotti a livello nazionale alla totale autoreferenzialità. La loro esistenza è fatto noto agli addetti ai lavori.

Non è sufficiente la memoria dei compagni più adulti per ricordare uno spezzone dei Giovani Comunisti come quello che ha attraversato il corteo del 25 aprile 2009 a Milano. Decine e decine di giovani sotto le bandiere rosse del partito a intonare slogan, canzoni di lotta e comizi volanti contro la destra e i padroni.

L’impasse politica che ha colpito i Giovani Comunisti (Gc) all’indomani della scissione è ancora al di là dall’essere risolta, nonostante siano passati già mesi dall’uscita dell’ex Esecutivo nazionale, mesi in cui si sono sviluppati avvenimenti politicamente rilevanti, quali la lotta di Pomigliano e le mobilitazioni operaie, i primi G8, la campagna elettorale, l’organizzazione delle Brigate di Solidarietà attiva con l’Abruzzo e un nuovo afflusso verso la struttura di tanti giovani intenzionati a organizzarsi per combattere un sistema in crisi, senza prospettive per il futuro.

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