Pubblicato in “Workers’ Republic”, 17 giugno1899
Forse su nessun punto le dottrine del socialismo sono così fraintese e così mal rappresentate come nei confronti della religione. Quando messo all’angolo su ogni altra questione, quando dal punto di vista dell’economia, della politica, della morale è a corto di argomenti, il tema della religione costituisce sempre la trincea finale del nemico del socialismo, specialmente in Irlanda.
Una scienza quasi sconosciuta in Inghilterra, se si eccettuano pochi teologi liberaleggianti, i quali s’ingegnano a tenerla quanto più segreta possibile, è la critica storica e linguistica della Bibbia, l’indagine intorno all’età, l’origine e il valore storico dei vari scritti che comprendono l’Antico e il Nuovo Testamento.
Il 13 aprile è morto a Berlino un uomo che aveva esercitato un tempo una certa influenza come filosofo e teologo, ma che da anni, quasi dimenticato, aveva attirato su di sé l’attenzione del pubblico solo di tanto in tanto, come uno «stravagante delle lettere». I teologi ufficiali, e tra essi anche il Renan, lo copiavano e perciò, unanimi, non parlavano affatto di lui. Eppure egli valeva più di tutti loro e più di tutti loro ha lasciato la sua traccia in una questione che interessa anche noi socialisti: la questione dell’origine storica del cristianesimo.
Marx scrisse che la religione è l’oppio dei popoli. L’osservazione può essere compresa solo se la si intende in senso letterale. La religione, come le droghe, sembra offrire una via di fuga da una realtà orribile, di miseria – e non solo materiale – di sfruttamento, di oppressione e sopraffazione, dove le tragedie individuali e collettive che si abbattono su ogni essere umano sono talmente abnormi e incontrollabili da non poter avere altra spiegazione se non con l’agire di una qualche forma di intelligenza superiore che impone i suoi disegni imperscrutabili.
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La guerra civile ucraina rappresenta un punto di svolta decisivo nella situazione politica mondiale. La crisi iniziata nel dicembre del 2013, il rovesciamento di Yanukovich, l’insediamento a Kiev del governo di Yatseniuk, una coalizione tra l’oligarchia e i partiti neonazisti, lo scatenarsi della repressione fino al massacro di Odessa del 2 maggio, l’annessione della Crimea alla Russia, la rivolta delle regioni orientali e l’aperta guerra civile con l’intervento dell’esercito ucraino e dei battaglioni paramilitari, sono le tappe di uno scontro che ha diviso profondamente non solo l’Ucraina ma l’intera “opinione pubblica” mondiale.
Questo testo è stato scritto nel 1992, nel contesto di un dibattito polemico all'interno della Tendenza internazionale, la Cwi, di cui all'epoca Falcemartello e i compagni che oggi formano la Tendenza marxista internazionale facevano parte. Ted Grant criticava i cedimenti al nazionalismo scozzese compiuti dalla direzione della sezione britannica di allora, spiegando che ogni deviazione da una posizione di unità di classe dei lavoratori avrebbe portato al rafforzamento delle formazioni nazionaliste in Scozia. L'imminente referendum ha confermato totalmente questa previsione.