«Ai lavoratori spiegheremo perché è importante votare no al referendum»
Anche le "tute rosse" della Ferrari di Maranello in piazza il 20 ottobre. Intervista a Renzo Ferri, delegato Fiom, pubblicata su Liberazione del 20/09/2007
Roberto Farneti
Delusione e sfiducia nei confronti del governo, ma anche tanta voglia di far sentire la propria voce con le armi della democrazia. Sono questi i sentimenti più diffusi tra le "tute rosse" della Ferrari di Maranello, una delle fabbriche simbolo del movimento operaio italiano, in vista di due appuntamenti "chiave": il referendum sull'accordo su mercato del lavoro, pensioni e stato sociale, che si terrà dall'8 al 10 ottobre, e la partecipazione alla manifestazione del 20 ottobre a Roma organizzata da Liberazione e il Manifesto . «Il governo deve capire che per i lavoratori è sempre più dura tirare avanti», dice Renzo Ferri, delegato Fiom delle Rsu Ferrari-Scaglietti, da 11 anni al reparto montaggio vetture.
Il 20 ottobre sarete in piazza a Roma contro il governo o per chiedere il rispetto del programma dell'Unione?
Contro il governo che non ha rispettato il programma elettorale. Di quelle promesse non abbiamo visto niente, anzi, in tante cose hanno portato avanti la linea del governo precedente. I lavoratori, i cittadini sono delusi. E poi manifesteremo contro l'accordo del 23 luglio su welfare e pensioni. Oltre che dal governo, infatti, siamo stati delusi dai sindacati. I lavoratori non si aspettavano, soprattutto dalla Cgil, che andasse a firmare un accordo del genere.
Contro il governo per farlo cadere o per chiedere che cambi politica?
L'ideale sarebbe che cambiasse politica. Vogliamo far capire al governo che se va avanti così perde consensi. Alle prossime elezioni, questi qui non hanno mica speranze. Devono capire che per i lavoratori a salario fisso è sempre più dura tirare avanti. Un metalmeccanico di terzo livello, senza contratto integrativo, prende intorno ai mille euro, se è precario ancora meno. Voglio però dire che è inaccettabile che non si possa fare uno sciopero o manifestare "perché sennò cade il governo". Questo governo è già debole di suo, se cade non è certo per colpa nostra.
Veniamo all'accordo. Angeletti dice: «Bisogna votare sì perchè abbiamo solo preso, non c'è stato nessuno scambio».
Che certe cose le dica Angeletti posso anche capirlo. Lui ha firmato la legge 30, il Patto per l'Italia... Ma la Cgil ha firmato un accordo che non va incontro alle esigenze dei lavoratori. Ad esempio sulle pensioni si era detto che lo scalone doveva essere abolito e non "addolcito". Questo non è successo: hanno messo qualche "scalino", ma alla fine l'età pensionabile è stata comunque innalzata.
E' stato però tenuto conto dei lavori usuranti...
Ma se sono appena 5mila persone all'anno quelle che dovrebbero uscire, se ci sono i soldi... La verità è che per le pensioni non ci sono risorse aggiuntive. E' una guerra tra poveri: si fa andare in pensione la gente più tardi per pagare i contributi figurativi per i precari. Quella redistribuzione del reddito che doveva esserci, dove è andata a finire?
E la parte sulla precarietà?
Anche lì la Cgil ha toppato. All'ultimo congresso era stato detto che la legge 30 andava eliminata, lo prevedeva anche il programma dell'Unione. Poi è rimasta. Non c'è un limite per i contratti a termine, che possono essere prolungati oltre i 36 mesi. Nelle fabbriche c'è un grossissimo problema con la precarietà. Almeno l'avessero attenuata... Prima ogni tanto si riusciva a strappare accordi interni per confermare gli interinali a tempo indeterminato. Adesso che anche la Cgil ha praticamente ufficializzato la legge 30, i padroni fanno più resistenza. Lo dico per esperienza personale.
Tra poco c'è il referendum. Oggi (ieri ndr ) la minoranza della Fiom ha rivolto un appello a votare Sì. La maggioranza della Fiom, pur avendo bocciato l'accordo, non ha potuto dare indicazione per il No. Alle componenti di sinistra della Cgil è proibito fare campagna per il No. Per chi è contrario all'intesa, non è come combattere con un braccio legato dietro la schiena?
Adesso sono tutti contro la Fiom. Però è un suo diritto dare un giudizio, anche negativo, sugli accordi. Che poi non possa fare campagna per il No è un grosso controsenso, perché così il peso di informare i lavoratori ricade tutto sulle spalle dei delegati. Di fatto nelle fabbriche dove la Fiom non è presente, non ci sarà nessun contraddittorio. Questo per me non è democratico. In molti casi avremo a che fare con i dirigenti che faranno pressioni sui lavoratori per farli votare Sì.
Il Partito Democratico per favorire l'occupazione giovanile e la contrattualizzazione dei precari vuole sospendere l'articolo 18 per tre anni
Abbiamo già toccato con mano cosa significa la precarietà. Se passa una cosa del genere, i lavoratori saranno più ricattabili, sarebbe la fine del sindacato. Ti dico come la penso: ho letto anche le cose che dice Veltroni, per me il Pd è un partito di destra.