SInistra Classe Rivoluzione - Per un nuovo inizio
Con la sconfitta di Rivoluzione civile alle ultime elezioni politiche e gli sviluppi successivi, possiamo considerare conclusa la discussione sulla capacità di Rifondazione comunista di rigenerarsi ed uscire dal pantano in cui è stata buttata da una linea politica disastrosa.
Un'immagine dell'assemblea del 6-7 luglio |
Se, e nella misura in cui, questo avverrà, non si tratterà di una rinascita o rilancio del Prc in quanto tale, ma piuttosto di una via d’uscita per quei settori di militanti che potranno, nel movimento generale della classe, trovare la strada per uscire dall’ambiente sempre più asfittico che oggi vive il partito. Tale prospettiva chiama direttamente in causa la nostra area, che deve essere strumento di questa selezione a positivo di ciò che resta della militanza classista nel Prc. Ai militanti del Prc dobbiamo dire, come sempre, la verità: la nostra battaglia contro la liquidazione è stata ininterrotta dal 2008 fino alla costituzione di Rivoluzione civile. Tale battaglia è stata sconfitta e il risultato è che oggi il partito è precipitato a un livello che di fatto lo pone al di sotto delle condizioni minime per svolgere un ruolo politico autonomo.
Questo non significa abbandonare la battaglia, ma implica condurla in base alle nuove condizioni. La contrapposizione politica che abbiamo avuto in questi anni continua a manifestarsi nella misura in cui la nostra posizione è quella di una tendenza che aspira a lottare per l’egemonia contro le correnti riformiste mentre quella di Ferrero e Grassi è di accodarsi opportunisticamente a quelle correnti. L’alternativa che abbiamo posto pubblicamente rispetto alle sorti del Prc (“o si afferma la linea del partito di classe, o il partito muore”) va quindi intesa come l’alternativa che offriamo, senza metterci in cattedra ma con grande nettezza politica. Ci rivolgiamo a quei militanti della sinistra (interni ed esterni al Prc) che sono alla ricerca di un’alternativa rivoluzionaria. Dobbiamo discutere del progetto politico ed è di una discussione seria ed approfondita che abbiamo bisogno.
Ci teniamo a chiarire che l’obiettivo non è quello di costruire nuove costituenti, intergruppi o cartelli elettorali, ma di definire una proposta all’altezza delle nuove sfide che la crisi del capitalismo e la situazione politica e sociale impone. In sintesi quello di cui abbiamo bisogno è: Sinistra, Classe, Rivoluzione.
Sinistra. Perché oggi non esiste in Italia una sinistra degna di questo nome.
Classe. Perché una politica di sinistra non è tale se non ha forti radici nella classe lavoratrice.
Rivoluzione. Perché nella crisi organica del capitalismo non ha senso parlare di una sinistra che non metta all’ordine del giorno il tema della rottura rivoluzionaria e della transizione verso una società non governata dal profitto.
È dai fondamentali del marxismo che dobbiamo ripartire, depurandoli dalle degenerazioni riformiste e staliniste. Per fare questo bisogna iniziare dal programma. Un programma che dia risposte alla crisi senza ricadere nelle solite ricette keynesiane, inutili e dannose, e che ponga la questione delle nazionalizzazioni, del controllo pubblico, della gestione democratica dell’economia da parte di chi produce ricchezza nella società, vale a dire i lavoratori e le lavoratrici. Sarà la discussione del sabato mattina, la bozza di programma per un futuro soggetto di classe ed anticapitalista.
L’obiettivo è definire una strategia di intervento nei luoghi di lavoro. È dalle nuove generazioni che dobbiamo partire, dai settori freschi e nuovi che inevitabilmente la crisi produrrà e che saranno alla ricerca di idee rivoluzionarie che rompano con il riformismo e le vecchie pastoie burocratiche e istituzionali in cui ci hanno portato Bertinotti, Vendola e Ferrero in tutti questi anni.
Sinistra, Classe, Rivoluzione. Per riprendere il destino nelle nostre mani.
Luglio 2013