Corrispondenze studentesche - Falcemartello

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Con un recente decreto dell’Assessorato alla cultura e alla pubblica istruzione (controllato da Sinistra ecologia libertà), la giunta di centrosinistra ha stanziato 18 milioni di euro per le scuole dell’infanzia non statali. Manco a dirlo, quasi tutte confessionali. La motivazione? “Le scuole paritarie – così l’assessore Firino – sono spesso un presidio sul territorio, soprattutto laddove lo Stato non è in grado di adempiere agli obblighi costituzionali”.

Marcianise (Caserta) – Da circa due anni e mezzo gli studenti e i docenti dell’istituto Novelli di Marcianise sono costretti a fare lezione con doppi turni massacranti di sette ore al giorno, con ripercussioni negative sulla qualità della didattica. La causa dei disagi è la mancanza di una succursale necessaria ad ospitare le venti classi che non rientrano nella struttura centrale dell’istituto. Agli inizi di novembre sembrava che l’amministrazione provinciale avesse trovato una soluzione, attraverso l’individuazione di una struttura per rimediare al problema; ciononostante, dopo due giorni dalla consegna, l’immobile viene sequestrato perché abusivo e situato su un terreno contaminato. La situazione torna al punto di partenza.

MILANO – All’istituto “Carlo Porta” in estate viene comunicato che con l’apertura del nuovo anno scolastico per gli studenti ci sarà una novità: l’obbligatorietà dell’acquisto di una divisa scolastica, acquistabile unicamente da un’azienda scelta dal preside stesso, che avrà un costo annuale di 400 euro.

Lo scorso 13 maggio sono stati distribuiti i test Invalsi nelle scuole superiori di tutto il paese, e la risposta degli studenti non si è fatta attendere. Secondo i dati diffusi dal sindacato Cobas-scuola, i cui lavoratori hanno partecipato attivamente al boicottaggio dei test rifiutando di distribuirli o correggerli, più di un terzo degli studenti coinvolti avrebbe letteralmente ridicolizzato i test Invalsi, rifiutandosi di compilarli.


La linea del Preside non passerà!

 

A Crema la campagna “il contributo non lo pago” quest’anno ha portato centinaia di famiglie a non pagare i contributi scolastici. La reazione delle dirigenze non si è fatta attendere, con presidi che accusano Sempre in lotta di voler distruggere la scuola, non dicendo, tuttavia, che loro non hanno mosso un dito per opporsi ai tagli, anzi: quando gli studenti si mobilitavano, i presidi erano spesso i primi a ostacolarli.

Lo scorso 26 marzo, in quattro scuole vicino Terni, studenti e professori hanno assistito a uno spettacolo che ormai è diventato una normale prassi in molte realtà scolastiche italiane.

Il mese scorso si è riunito il Consiglio nazionale dei rappresentanti delle consulte studentesche provinciali. La maggioranza, sostenuta da Unione degli studenti e Rete degli studenti, ha approvato un documento che, facendo un quadro molto parziale dello stato dell’istruzione media superiore nel paese, chiede in punta di piedi al Miur di fare qualcosa in merito.

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