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Ci siamo! Lo avevamo già annunciato nelle pagine di questo giornale dopo che la Conferenza nazionale di Sinistra Classe Rivoluzione lo scorso dicembre ha discusso e approvato un decisivo salto di qualità nella nostra stampa: con questo numero di FalceMartello avviene il passaggio di testimone non ad una, ma a ben due pubblicazioni periodiche che continueranno come, e anzi, più di prima a diffondere le idee del marxismo nel movimento operaio e giovanile di questo paese.

Non si può negare, è partito il conto alla rovescia. Siamo tutti curiosi di vedere come sarà il nuovo periodico di Sinistra Classe Rivoluzione. È difficile trovare un misuratore della curiosità o dell’interesse ipotetico verso una pubblicazione.

Sabato 7 febbraio è stata una giornata di festa e di impegno per la sezione parmense di Sinistra Classe Rivoluzione. Un’intera giornata di discussione politica e di autofinanziamento rivolto al lancio del nostro nuovo periodico, Rivoluzione, che vedrà la luce in aprile.

Il panorama dell’editoria di sinistra è segnato da lacrime e desolazione, chiuse testate storiche come l’Unità e Liberazione, chiuse anche le esperienze più di sinistra soft, Avvenimenti, Left o le “innovazioni” tipo Pagina99 o Pubblico di Luca Telese. Il manifesto per ora resiste, ha l’obiettivo di raccogliere un milione di euro per evitare la liquidazione. Il tutto nonostante decenni di lauti contributi pubblici (nel 2010, per la sola editoria di partito, ben 150 milioni di euro).

Se alla manifestazione della Cgil del 25 ottobre era evidente che il punto politico della rottura col Pd balzava in primo piano, dopo le elezioni in Emilia Romagna dovrebbero essersene resi conto anche i sordi. Si aggiungano lo sciopero generale convocato, la partecipazione attiva di una parte importante dell’elettorato 5 stelle (non dimentichiamolo, primo partito operaio nelle urne alle elezioni politiche), disponibile a scendere in campo assieme alla Fiom e alla Cgil, i conflitti di vertice nel movimento di Grillo, il non sfondare della destra sul piano elettorale e la sua crisi profonda di leadership, il crescente nervosismo del governo e persino le contorte evoluzioni nella sinistra Pd… ce n’è a sufficienza, crediamo, per dire a chiare lettere che la questione del partito di classe è diventata il punto centrale attorno al quale ruota lo scontro politico e sociale nel nostro paese.

Bilancio del Comitato politico nazionale 15-16 novembre 2014

 

Il comitato politico nazionale di Rifondazione si è concluso il 16 novembre senza l’approvazione di alcun documento politico finale. Il testo proposto dalla segreteria nazionale, infatti, è stato respinto con 50 voti a favore e 54 contrari.

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