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Il 7 febbraio di quest’anno si sono riuniti a Milano un nutrito gruppo di autisti del trasporto merci e della logistica, chi veniva da Roma, chi da Como, chi da Milano e provincia, un gruppo eterogeneo di italiani e stranieri, ognuno con la propria esperienza di vita lavorativa, fatta spesso e volentieri di orari impossibili, sfruttamento e lavoro in cooperative. Gran parte di loro, seppur di fresca sindacalizzazione, avevano chiaro l’obbiettivo: informarsi/formarsi e fare gruppo per meglio rivendicare i propri diritti, perché uniti si vince!

Il caso Cpl Concordia occupa giornali e televisioni nazionali da più di un mese ormai. Si tratta di uno dei peggiori scandali di corruzione degli ultimi anni. E il fatto che ad essere coinvolta sia una importante cooperativa emiliana suscita ancora più scalpore.

Il primo aprile, ad un passo dalla disdetta del contratto, è stata raggiunta l’intesa fra l’Abi (l’associazione di categoria dei banchieri) ed i sindacati per il rinnovo del contratto dei bancari. Il 30 gennaio i lavoratori avevano aderito in massa allo sciopero in risposta alla minaccia di cancellazione totale del contratto, dimostrando di voler reagire all’arroganza padronale.

Durante e dopo la stipula del contratto aziendale Fiat, si susseguivano proclami di maggiori introiti economici per i lavoratori. A distanza d’anni, manco il tempo di fare bilanci sull’operato di sindacati e aziende, si cambia di nuovo. È arrivato in grande stile il nuovo annuncio. Nella vulgata generale si racconta che i lavoratori parteciperanno agli utili aziendali. Ma è proprio vero?

di Paolo GRASSI

Ad aprile è circolato a Modena il volantino di un’agenzia interinale che offriva manodopera sottocosto. Il volantino recitava: “Vinci la crisi con lavoratori interinali a contratto rumeno. Risparmi il 40 per cento e benefici della massima flessibilità! Niente malattia, infortuni, tredicesima, liquidazione, contributi. Alla Tua Azienda non rimane che pagare 11 mensilità. Niente anticipo di Iva perché le nostre fatture sono comunitarie”.

Il 31 marzo è stata firmata improvvisamente l’ipotesi d’accordo tra sindacati e Confcommercio dopo che gli incontri erano stati ufficialmente sospesi. Cosa positiva, direte voi, ma i contenuti di questo contratto sono, purtroppo, la piena applicazione del Jobs act e della lettera della Bce del 2011.

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