Costruire l’alternativa alle destre e al Pd, ripartiamo dalle lotte e dai GC
Coordinamento nazionale Giovani comunisti del 18 aprile 2010
Milano è tra le poche realtà in tutta Italia dove i Gc non solo hanno reagito alla scissione vendoliana ma hanno anche votato la propria ricostruzione. A distanza di sette mesi possiamo dire che le aspirazioni della base erano ben fondate: i Giovani comunisti di Milano sono rinati e si affacciano in questo autunno con la prospettiva di rafforzarsi.
Se vogliamo guardare in faccia la realtà per quel che è, non possiamo che partire da questa constatazione: i Giovani Comunisti (Gc), struttura giovanile di Rifondazione, sono ridotti a livello nazionale alla totale autoreferenzialità. La loro esistenza è fatto noto agli addetti ai lavori.
Sono oltre 400 i compagni che in un mese si sono alternati nelle Brigate di solidarietà attiva per l’Abruzzo; tra di loro molti militanti di Rifondazione, ma soprattutto tanti giovani non iscritti al partito.
Non è sufficiente la memoria dei compagni più adulti per ricordare uno spezzone dei Giovani Comunisti come quello che ha attraversato il corteo del 25 aprile 2009 a Milano. Decine e decine di giovani sotto le bandiere rosse del partito a intonare slogan, canzoni di lotta e comizi volanti contro la destra e i padroni.
L’impasse politica che ha colpito i Giovani Comunisti (Gc) all’indomani della scissione è ancora al di là dall’essere risolta, nonostante siano passati già mesi dall’uscita dell’ex Esecutivo nazionale, mesi in cui si sono sviluppati avvenimenti politicamente rilevanti, quali la lotta di Pomigliano e le mobilitazioni operaie, i primi G8, la campagna elettorale, l’organizzazione delle Brigate di Solidarietà attiva con l’Abruzzo e un nuovo afflusso verso la struttura di tanti giovani intenzionati a organizzarsi per combattere un sistema in crisi, senza prospettive per il futuro.