Anche a Cassinetta, in provincia di Varese, dove la Whirlpool ha il suo stabilimento principale, i lavoratori non stanno in silenzio. Abbiamo intervistato uno di questi lavoratori, che preferisce rimanere anonimo. Ecco quanto ci ha raccontato appena fuori dai cancelli della fabbrica.
Cosa ne pensi di quanto sta accadendo negli stabilimenti Indesit di Caserta e Torino?
Partiamo dal fatto che purtroppo uno sbocco di questo tipo era prevedibile. Se si guarda bene l’accordo che Indesit aveva raggiunto nel 2013 con questi lavoratori, secondo noi già era chiaro che i licenziamenti non si sarebbero fermati. Era solo una sorta di tappo temporaneo che prima o poi sarebbe saltato.
Com’è il clima a Cassinetta?
Diciamo che tre anni fa anche a Cassinetta si rischiavano esuberi: allora erano 600, sappiamo come ci si sente. Nei giorni seguenti ai fatti di Caserta, quindi all’indomani dell’annuncio degli esuberi, abbiamo fatto anche noi uno sciopero con una buona partecipazione, circa 500 su meno di mille persone, in solidarietà con i lavoratori di Caserta. Lo abbiamo detto chiaro: le famiglie non si mettono sul lastrico, siano le nostre o quelle di altri compagni.
È possibile che ci siano esuberi anche nello stabilimento di Cassinetta?
No, almeno per ora: negli ultimi due anni c’è stato un aumento di produzione, anche a causa del trasferimento di alcune linee da Trento. Questa può sembrare una cosa positiva, ma in realtà non è così: all’interno si lavora come muli a causa degli aumenti dei ritmi di lavoro, c’è gente che fa gli straordinari lavorando quasi 12 ore al giorno per finire tutto nei tempi. Quindi anche se non vengono toccati i posti e c’è qualche assunzione non vuol dire che vada tutto bene, anzi.